Capelli ricci e fisico sottile, Heleni Porfyriou parla un italiano che tradisce appena le sue origini straniere. "Colpa delle doppie, che noi greci facciamo fatica a pronunciare bene", spiega sorridendo.
Nata a Ioannina, nell'Epiro, è al Cnr da 14 anni: da quando, nel 1999, vinse il concorso da primo ricercatore presso l'Istituto per la conservazione e la valorizzazione dei beni cultural (Icvbc) del Cnr. Classe '56, Heleni ha una storia di studi che non ha nulla da invidiare a quella di tanti ragazzi di oggi abituati a muoversi tra le varie università europea: laurea in economia ad Atene, e perfezionamento a Londra, esperienze negli Stati Uniti. Indecisa se rimanere a Londra o tornare in Grecia, assolutamente cosmopolita, per Heleni si è aperta una terza porta: l'Italia, dove è arrivata seguendo il marito pugliese, conosciuto a Londra. Nove anni trascorsi a Venezia, prima di approdare a Roma.
"Negli anni '90 sia la Grecia sia l'Italia erano in forte crescita, non avevamo dubbi che tornandovi avremmo avuto delle opportunità", racconta la ricercatrice. "Nel dipartimento di Storia dell'architettura dove lavoravo si respirava un clima internazionale, animato dal prestigio di docenti quali Manfredo Tafuri e Francesco Dal Co. Si partecipava a bandi esteri, con la possibilità di creare un network in tutto il mondo. Un modo lungimirante di fare ricerca. Il Cnr a dire il vero all'inizio mi parve un po' provinciale: la ricerca era finanziata soprattutto dall'Ente, con i cosiddetti Progetti finalizzati. Poi la situazione è cambiata e ritengo che l'apertura all'estero sia un ottimo modo per misurarsi con altre idee e arricchire le proprie competenze".
Il pensiero di Heleni a questo punto corre ai colleghi in Grecia, fra i quali ha ancora tanti amici, anche se ormai si sente italiana. "Nella crisi in cui versa il mio Paese, solo quelli che hanno coltivato nel tempo rapporti con enti stranieri possono avere qualche opportunità di lavoro".
Presso il Cnr Porfyriou lavora come 'storica della città' occupandosi di conservazione e sostenibilità ambientale, vivibilità dei centri storici e rivitalizzazione dei borghi, nell'ottica delle 'smart cities'. "Nel mio istituto non esisteva questa figura professionale: i colleghi erano perlopiù chimici e archeologi, cosi ho cercato di adattare i miei interessi alle nuove esigenze, creando un nuovo filone di ricerca".
Fonte: Heleni Prfiryou, Istituto per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali, Monterotondo Scalo , tel. 06/90672202 , email h.porfyriou@icvbc.cnr.it, helpor1@yahoo.it -