Focus: Acqua

Pesci: se gli 'immigrati' superano gli autoctoni

lago
di Claudio Barchesi

Nel corso degli ultimi 20 anni sono cambiate molte cose nei nostri bacini lacustri. Nel Lago Maggiore sono 32 le specie ittiche censite e quelle alloctone prosperano

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Si chiama 'Carta d'identità per la fauna ittica del Vco' e ha lo scopo di censire e studiare tutte le specie ittiche presenti nel territorio di Verbano Cusio Ossola (Vco) il progetto di 18 mesi intrapreso dall'Istituto per lo studio degli ecosistemi (Ise) del Cnr di Verbania con il sostegno della Fondazione comunitaria Vco e della Provincia. Hanno collaborato all'iniziativa la Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee (Fipsas), associazioni alieutiche e ambientaliste del territorio e l'Istituto scolastico Cobianchi di Intra.

"Nel corso degli ultimi venti anni sono cambiate molte cose nelle acque del nostro territorio. Basti pensare che il pesce più diffuso lungo le rive del Lago Maggiore è oggi il Gardon (Rutilus rutilus), una specie comparsa solo a partire dalla metà degli anni '90, e non è il solo nuovo arrivato", spiega Pietro Volta dell'Ise-Cnr. "Anche il Pesce siluro (Silurus glanis), il Carassio (Carassius carassius) e l'Acerina (Gymnocephalus cernuus), tutti pesci alloctoni, stanno avendo un'ampia e rapida diffusione, in controtendenza con la generale diminuzione della biomassa complessiva del pesce nel lago".

Tra le questioni ancora aperte che riguardano il Lago Maggiore e la sua popolazione anche quella delle 'sostanze pericolose' di origine antropica: Ddt, mercurio e Pcb, tendono ad accumularsi nelle carni di alcune specie, superando a volte i limiti consentiti per il consumo alimentare. È il caso dell'Agone (Alosa agone), la cui pesca e consumo sono vietati dal 1996.

Nel Lago Maggiore la fauna ittica sta diminuendo. "E' calata l'eutrofizzazione, e una minore crescita algale comporta risorse alimentari disponibili inferiori per i pesci", prosegue il ricercatore. "Le specie di interesse commerciale hanno risentito più di tutte di queste variazioni: il Lavarello (Coregonus lavaretus), la Bondella (Coregonus macrophthalmus), il Pesce persico (Perca fluviatilis). Le alloctone sembrano invece adattarsi meglio e trarre vantaggio dalle mutate condizioni ambientali e climatiche".

L'Ise-Cnr con il supporto della Commissione internazionale per la protezione delle acque italo svizzere (Cipais) monitora da tempo la situazione per valutare i miglioramenti. "A fronte di questi problemi e con l'obiettivo di educare la popolazione alla gestione responsabile e sostenibile delle risorse ittiche, il programma d'interventi coordinato dall'Istituto prevede diverse azioni", spiega Volta. "Intendiamo approfondire la conoscenza relativa alla biologia di tutte le specie presenti, definendo poi i criteri specifici per una gestione indirizzata alla sostenibilità di medio lungo periodo. Ciò avverrà mediante la creazione di un manuale sulla fauna ittica online, arricchito da strumenti di riconoscimento e schede descrittive, fotografie e disegni: cureremo anche la realizzazione di una collezione museale della fauna ittica del Vco con funzione didattica", aggiunge il ricercatore, e conclude: "Porteremo avanti l'identificazione di markers per la tracciabilità delle specie ittiche commerciali e coinvolgeremo le scuole, mediante percorsi educativi specifici per ragazzi delle primarie, secondarie e superiori".

Claudio Barchesi

Fonte: Pietro Volta , Istituto per lo studio degli ecosistemi, Pallanza Verbania, tel. 0323/518335, email p.volta@ise.cnr.it