Cioccolato. Ed è subito festa
La simbologia dell'uovo e la storia del cacao si intrecciano nell'usanza di festeggiare la Pasqua portando in tavola questa prelibatezza. Ne parliamo con Domenico Pignone, esperto di food history
Se con l’arrivo della bella stagione la natura fiorisce, anche le vetrine delle nostre città si colorano: pasticcerie, negozi di alimentari e supermercati sfoggiano uova pasquali di tante varietà. Ma da dove arriva sulla nostra tavola la tradizione di consumare questo prodotto? Fonti storiche attestano che l’uovo sottile, realizzato con l’apposito stampo e impreziosito dal regalo interno comincia a diffondersi negli strati benestanti della società, in Italia - in particolare Lombardia e Piemonte – e in Francia, dopo la metà dell’800 preceduto, all’inizio del secolo, da cioccolatini a forma di uova.
Ma le radici affondano più lontano nello spazio e nel tempo. “Ben prima dell’arrivo in Europa del cacao dal Sud America esiste una tradizione di uova di gallina pasquali”, racconta Domenico Pignone, dell’Istituto di bioscienze e biorisorse (Ibbr) del Cnr di Bari. “Il simbolismo dell’uovo come immagine di rinascita, come contenitore inanimato di nuova vita, legato quindi in generale alla primavera e al risveglio della natura, appare già in alcune culture precristiane, quali la persiana e la greca”.
Il cacao viene introdotto in Europa dagli spagnoli intorno alla metà del XVI secolo, durante la conquista dell’America meridionale: veniva consumato durante riti e cerimonie come bevanda a base di semi fermentati e tostati con acqua calda ed era noto come 'cibo degli dei’. Raro e quindi prezioso, non viene definitivamente apprezzato in Europa finché non si sperimenta l’aggiunta di zucchero o miele alla polvere.
“A dispetto di quello che si potrebbe pensare, non sono la Svizzera e il Belgio le culle della tradizione del cioccolato, bensì l’Italia”, precisa Pignone. “È precisamente nella città di Torino, vicino alla Lombardia, a lungo teatro di occupazione spagnola, che si fa richiesta per aprire la prima rivendita di cioccolato in Europa, secondo atti ufficiali risalenti alla metà del '600. E accanto alla trasformazione del prodotto da cacao a cioccolato, che lentamente si estende oltre i confini della penisola, si verifica il passaggio da elemento religioso a elemento ludico, se non ancora alimentare”.
Nel corso dell’800, poi, la lavorazione viene ulteriormente affinata. “Si arriva al cioccolato lucido e senza imperfezioni al quale siamo abituati e, successivamente, all’introduzione del latte e all’invenzione delle prime tavolette a opera di produttori svizzeri”, aggiunge Pignone. Si giunge così a una progressiva popolarizzazione che fa oggi del cioccolato e delle uova di Pasqua prodotti di largo consumo e relativamente economici, nonostante in Europa, a causa del clima inadatto alla coltivazione, il cacao resti un prodotto di importazione.
Cecilia Tria
Fonte: Domenico Pignone, Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr, tel. 080/5583400 , email domenico.pignone@cnr.it -