Olimpiadi: una controstoria
I Giochi sono la massima espressione delle qualità atletiche nelle dverse discipline sportive, ma costituiscono anche un'occasione per proteste, boicottaggi, rivendicazioni politiche e atti terroristici. Tanti gli episodi di questo tipo negli anni, come ricorda Roberto Reali storico del Cnr
Le Olimpiadi, simbolo di pace universale ed espressione dei valori dello sport, si sono spesso trasformate in una cassa di risonanza di problematiche nazionali e internazionali di varia natura, di cui si è parlato dal punto di vista sociale e politico più che sportivo.
"Spesso durante i Giochi olimpici si sono verificati episodi discutibili", sottolinea Roberto Reali, storico del Cnr, "come è avvenuto per Dorando Pietri, al quale non fu riconosciuta la vittoria nella maratona, nei giochi di Londra nel 1908, perché sorretto da un giudice al momento del taglio del traguardo. Più gravi gli avvenimenti di discriminazione razziale nella competizione di Berlino del 1936, in cui Hitler fece arrestare e rinchiudere 800 zingari tedeschi per sottrarli alla vista dei turisti stranieri, creando il campo di concentramento di Sachsenhausen. Il Führer si rifiutò inoltre di stringere la mano al pluricampione afroamericano Jesse Owens nonostante la sua eccezionale prestazione sportiva che gli fruttò ben quattro medaglie d'oro: nei 100 e 200 metri, nel salto in lungo e nella staffetta".
L'utilizzo dei giochi come strumento potente di comunicazione e di protesta è stato confermato anche durante la cerimonia di premiazione dell'edizione di Città del Messico, gli atleti Smith e Carlos diedero vita a una clamorosa forma di dissenso, salendo sul podio scalzi e ascoltando l'inno nazionale a capo chino e con il pugno sollevato e avvolto in un guanto nero, a sostegno del movimento 'Olympic Project for Human Rights' (Progetto olimpico per i diritti umani).
"Tra gli episodi passati alla storia, il boicottaggio dell'edizione di Mosca del 1980 da parte di 65 nazioni tra le quali Stati Uniti, Canada, Germania Ovest, Norvegia, Kenya, Giappone e Cina, oltre al blocco delle nazioni arabe, a causa dell'invasione dell'Afghanistan da parte dell'Armata Rossa nel 1979", continua Reali. "In risposta, la Russia non partecipò ai giochi di Los Angeles del 1984. Tra gli eventi più recenti, le proteste a Pechino nel 2008, a causa della costante violazione dei diritti umani messa in atto dalla nazione in Tibet".
Da ricordare, poi, gli eccidi che hanno avuto le Olimpiadi come amplificatore internazionale. "Tra i più feroci, quello di Tlatelolco, il 2 ottobre 1968, nella Piazza delle Tre Culture durante le Olimpiadi di Città del Messico, preceduto da mesi di manifestazioni e proteste studentesche", ricorda lo studioso del Cnr. "Il 2 ottobre, 15.000 studenti marciarono per le vie della città, a fine giornata, le forze militari e di polizia circondarono la piazza, e aprirono il fuoco causando un numero imprecisato di morti. Una strage caratterizzò anche l'edizione del 1972 a Monaco di Baviera, dove un commando di terroristi dell'organizzazione palestinese Settembre Nero fece irruzione negli alloggi israeliani del villaggio olimpico, uccidendo due atleti e prendendone in ostaggio nove. Un tragico tentativo di liberazione compiuto dalla polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque terroristi e di un poliziotto tedesco".
Manuela Faella
Fonte: Roberto Reali , Progetto Bandiera Ricerca e innovazione tecnologica nei processi di conoscenza, tutela, valorizzazione e sicurezza dei beni culturali del Cnr, tel. 06/49932195, email roberto.reali@cnr.it