Focus: Tempo

In vacanza, tempus fugit

orologi grafica
di Claudio Barchesi

Il tempo non va sempre alla stessa velocità, quello del riposo e delle vacanze per esempio passa sempre troppo in fretta, e anche quello di adulti e anziani corre più svelto che per bambini e ragazzi. Lo psicologo del Cnr Angelo Gemignani ci spiega come mai il cervello ha percezioni così diverse

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Non c’è niente da fare, il tempo in vacanza sembra passare troppo rapidamente. Abbiamo appena iniziato a rilassarci ed è già ora di rifare i bagagli e tornare a lavoro. Il fenomeno è tanto triste quanto noto e gli scienziati gli hanno dato un nome: 'Paradosso della vacanza'.

“La percezione soggettiva dello scorrere del tempo è spesso in contrasto con la sua durata oggettiva ed è influenzata dalle caratteristiche dell’evento ricordato o vissuto, soprattutto nella sua componente emotiva e relazionale con altri eventi collegati”, spiega Angelo Gemignani, dell’Università di Pisa e associato all’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr. “Da un punto di vista neurobiologico, questa differente percezione dovuta al background emozionale non è ancora stata chiarita. Si postula l’esistenza di uno o più centri neurali deputati al suo calcolo. Un altro approccio teorico ritiene che non vi siano aree specializzate nella rappresentazione del tempo, ma che questa sia diffusa in tutto il cervello. È provato però che a influenzare la nostra percezione del tempo intervengono fattori come lo stress, l’età, lo svolgimento di un compito, l’assunzione di sostanze psicoattive e la presenza di patologie neurologiche e psichiatriche”.

Proprio l’età è uno degli elementi maggiormente determinanti. “La percezione del tempo nei giovani e negli adulti segue binari quasi opposti, negli anziani poi il tempo sembra trascorrere molto più velocemente”, prosegue il ricercatore. “La diversa sensibilità verso il tempo potrebbe essere legata a una differente capacità di memorizzare gli eventi, più sviluppata nei giovani, grazie alla presenza di mediatori chimici, quali il Bdnf, implicati nei processi di plasticità cerebrale. Per gli adulti il tempo è più veloce di quanto lo sia per i giovani e si parla di 'effetto telescopio’”.

Sebbene scorra veloce, il tempo del riposo e delle vacanze è importante per il benessere e occorre quindi non sprecarne il potere rigenerante. “La società odierna impone ritmi incessanti: si va sempre di corsa, presi da mille impegni, senza mai fermarsi. Tutto questo, nel lungo termine, danneggia l’equilibrio omeostatico del corpo e tra i primi organi a subirne le conseguenze vi è il cervello”, continua Gemignani. “Il giusto riposo è un elemento essenziale della vita, un momento in cui il corpo 'resetta’ l’affaticamento e la stanchezza accumulata”. 

Se le vacanze diventano però una fonte di stress, si rischia di peggiorare la situazione. “Molte persone in ferie manifestano un maggior livello di stress rispetto ai giorni lavorativi. I motivi possono essere molteplici, psicologici e relazionali”, conclude Francesca Mastorci dell’Ifc-Cnr. “Per evitare di peggiorare la situazione con una vacanza 'sbagliata’ è opportuno scegliere bene le destinazioni e le persone con cui partire, ridimensionare le aspettative e, soprattutto, ascoltare le richieste del proprio corpo, senza eccedere nelle attività. Da un punto di vista fisiologico, poi, può aiutare adottare contromisure allo stress quali le tecniche di respirazione o di meditazione, tra cui il protocollo 'Mindfulness Based Stress Reduction’, che, riducendo la percezione dello stress tramite una maggiore consapevolezza nel periodo antecedente la partenza, aiuta a iniziare il periodo di vacanza non troppo stressati e a renderlo davvero rigenerante”.

Claudio Barchesi

Fonte: Angelo Gemignani, Università di Pisa, tel. 050/3152699 , email gemignan@dfb.unipi.it - Francesca Mastorci, Istituto di fisiologia clinica, Pisa , email mastorcif@ifc.cnr.it -

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