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Trasporto marittimo: quale impatto su salute e ambiente

di U. S.

Una recente indagine dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr evidenzia come le ultime normative internazionali abbiano portato a una riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici nel settore. Grazie a tale risultato si stima, nei prossimi anni, una diminuzione di morti premature e di casi di asma infantile, ma anche un leggero aumento del riscaldamento globale

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Un recente studio dell'Oms individua le attività marittime tra le sei maggiori sorgenti emissive antropiche (su sedici) di inquinanti atmosferici, sia gassosi sia nella forma di particolato, come ossidi di azoto, ossidi di zolfo e particolato atmosferico di diverse dimensioni. Questi inquinanti, in particolare le emissioni di anidride solforosa, provocano piogge acide e creano polvere fine che, come noto, è molto dannosa per la salute umana poiché può provocare malattie respiratorie e cardiovascolari.

Le ultime normative internazionali pongono una decisa riduzione al contenuto di zolfo nei combustibili marini, dal 3,5% allo 0,5% in massa, portando a una diminuzione delle emissioni di ossidi di zolfo e di particolato atmosferico. L'analisi condotta dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche di Lecce, dal titolo “Recent Advances in Studying Air Quality and Health Effects of Shipping Emissions” e pubblicato su Atmosphere, esamina le attuali conoscenze sull'impatto della navigazione locale nelle aree portuali comparandole con gli indicatori di salute pubblica.

“In Europa l'impatto alle concentrazioni di particolato atmosferico, come Pm2.5 e Pm10, le cosiddette polveri sottili, varia tra lo 0.2% e il 14%, con i valori maggiori osservati nell'aerea del Mediterraneo. In Italia si hanno impatti alle polveri sottili tipicamente tra il 2% ed il 10%. Gli impatti agli inquinanti gassosi (ossidi di azoto e ossidi di zolfo) sono anche maggiori e variano  tipicamente tra il 5 e il 40%, valore, quest'ultimo, rilevato soprattutto in prossimità delle aree portuali”, spiega Daniele Contini del Cnr-Isac, co-autore della ricerca con la collega Eva Merico.

“Grazie a queste misure, è possibile stimare un calo nei prossimi anni del 34% delle morti premature dovute alle emissioni navali (che rimarrebbero comunque 250 mila annue) e del 54% dei casi di asma infantile”, prosegue Contini. “Per contro, la riduzione del tenore di zolfo nei combustibili cambia le proprietà chimiche e fisiche del particolato emesso e quindi la sua interazione con la radiazione solare, riducendo l'effetto di raffreddamento dell'atmosfera dovuto all'aerosol emesso dalle navi e portando a un incremento di circa il 3% della forzante di riscaldamento globale dovuta alle attività umane, con un effetto complessivamente negativo sul clima.  È auspicabile, quindi, che in futuro le politiche ambientali dirette al traffico marittimo considerino e tutelino entrambi questi aspetti, la salute e il clima”.

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