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Pasto caldo o freddo? Meglio variare per mangiare sano e con gusto

di U. S.

La temperatura di un alimento influisce sulla percezione di sazietà, sul sapore ma anche sulle proprietà nutrizionali degli alimenti. Vediamo come, con Marika Dello Russo, ricercatrice dell'Istituto di scienze dell'alimentazione del Cnr

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La temperatura dei cibi è tra i fattori principali che determinano le nostre preferenze alimentari. A dirlo è Marika Dello Russo dell'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Cnr. Temperatura e metodo di cottura influiscono non solo sulle nostre preferenze, ma anche nella qualità degli alimenti. "È comune considerare i cibi freddi più 'leggeri' e meno sazianti dei cibi caldi e questo condiziona alcuni nostri comportamenti, come servire porzioni più abbondanti di cibo caldo o prediligere alimenti freddi se si sta seguendo una dieta dimagrante", afferma Dello Russo. La cottura è determinante per le proprietà nutrizionali. "La pasta al dente ha un minor indice glicemico rispetto a quella ben cotta. Questo accade perché gli amidi della pasta al dente sono parzialmente attaccabili dagli enzimi digestivi: ciò che non viene digerito non si trasforma in zucchero e non ne aumenta i livelli nel sangue". E sulla ormai annosa diatriba legata alle verdure, la scienziata fa chiarezza: "Molti ritengono che le verdure, così come la frutta, conservino più vitamine se consumate crude. Tuttavia, ciò dipende dal tipo di vitamine e di minerali che queste contengono. Ad esempio, il pomodoro cotto aumenta la quantità di licopene, sostanza con spiccata azione antiossidante e anticancro, ma allo stesso modo riduce l'attività della vitamina C, altro importante antiossidante che aiuta a rafforzare il sistema immunitario". Senza tralasciare l'aspetto edonistico del piatto, non c'è una regola fissa che consenta di stabilire se sia meglio il cibo cotto o crudo, bisogna scegliere con equilibrio e cognizione di volta in volta.

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