Andare in bicicletta è economico, fa bene alla salute, aiuta a mantenersi in forma e, nell'anno della pandemia, è una valida alternativa all'uso dei mezzi pubblici per spostamenti più sicuri. E nel 2020 le città italiane hanno puntato, più che in passato, sulla mobilità ciclistica: i dati del rapporto MobilitAria 2021, realizzato da Kyoto Club e Istituto sull'inquinamento atmosferico (Iia) del Consiglio nazionale delle ricerche segnalano un potenziamento delle reti ciclabili. Tra i casi virtuosi, Torino (+ 11 km), Milano (+ 67 km), Venezia (+18 km), Bologna (+ 16 km), Genova (+25 km), Roma (+ 33 km), Palermo (+ 4 km) e Cagliari (+ 11 km).
Lo studio evidenzia anche un exploit della micromobilità (bici, monopattini e scooter): Torino ha aumentato la sua flotta del 14%, a Milano (3.750 mezzi), Bari (1.000) e Napoli (1.050) è stato invece avviato il servizio, mentre si segnala una diminuzione del car sharing in quasi tutte le città.
Una piccola rivoluzione ecologica che tuttavia, in alcune città non ha fermato l'aumento nell'aria di inquinanti pericolosi per la salute dei cittadini. "Nonostante le azioni intraprese per migliorare la qualità dell'aria in tutto il territorio dell'Unione europea, gli standard di qualità fissati dalla normativa vigente sono ancora superati in vaste aree del territorio italiano. Nel rapporto MobilitAria si evidenzia come diverse città italiane abbiano superato più di 35 volte il limite giornaliero del PM10 nell'arco di un anno", dichiara Antonio Petracchini, direttore del Cnr-Iia. "La situazione più critica si riscontra nella città di Torino con 98 superamenti, seguono Milano con 90, Venezia con 88, Napoli con 57 e Cagliari con 38 superamenti. Occorre, quindi, accelerare sulle misure, revisionare la normativa verso nuovi limiti e inquinanti, agire per l'adozione della strategia nazionale sull'inquinamento atmosferico e potenziare gli studi scientifici per la comprensione delle cause e degli effetti dell'inquinamento atmosferico sul territorio".