Editoriale: Spazio

Per gli astronauti sono cavoli. E non solo

Placca dell'Apollo11
di Marco Ferrazzoli

Nonostante pandemia, guerra e cambiamenti climatici, fatti e notizie sullo Spazio non si arrestano mai. Nel settore si registra una forte presenza dell’Italia e del Cnr, mentre a Usa e Russia si affiancano nuovi competitor statali e privati. Un confronto in cui si fanno valere anche le regioni del nostro Mezzogiorno e diverse scienziate italiane. In questo Almanacco raccontiamo una minima parte di quanto si muove sopra le nostre teste e nei nostri laboratori. Dove si studiano tra gli altri l'atmosfera del Sole, la Space weather, l’utilizzo di biocombustibili, la Xylella fastidiosa. Con ricadute che riguardano sicurezza, salute, ambiente. E il cibo

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La costruzione dell’agenda o agenda setting, la gerarchizzazione delle notizie per importanza, è un processo incontrollabile. Anche perché, in parallelo con l’aumento delle informazioni dovuto alla disintermediazione e alle piattaforme web, si afferma la tendenza a focalizzarne una o pochissime alla volta, per una comprensibile autodifesa dalla “infodemia” che, però, oscura molte realtà rilevanti. Per più di due anni siamo vissuti nel monopolio comunicativo della pandemia, ora tornata prepotentemente di attualità. Poi c’è la guerra in Ucraina, su cui purtroppo i riflettori restano accesi. I cambiamenti climatici, inoltre, hanno ripreso notevole vigore mediatico, anche a causa di una cronaca ineludibile: siccità, aumento delle temperature, tragedia della Marmolada.

In questa convulsa concorrenza, lo Spazio mantiene una visibilità che forse sottovalutiamo. I fatti e le relative notizie sulle missioni, sulla ricerca astrofisica, sulla conoscenza flebile ma sempre più avanzata dell’Universo, non si arrestano mai. Solo nello scorso mese di giugno, nella rassegna stampa del Cnr, si contano oltre un migliaio di articoli e servizi legati in modo diverso alla ricerca spaziale. Un settore in cui si registra una forte convergenza di enti, università e soggetti privati, a livello nazionale e internazionale: studiare ed esplorare il cosmo, infatti, costa risorse umane e finanziarie ingenti. Solo l’Italia, ha riferito il ministro per l'Innovazione Vittorio Colao, ha messo a disposizione sul bilancio nazionale circa 5 miliardi, al netto della contribuzione 2022 per l'Agenzia spaziale europea (Esa). Il Pnrr prevede 2,14 miliardi. La somma degli investimenti stanziati dai governi per i programmi spaziali è di 100,7 miliardi di dollari: l'Europa è al secondo posto con 11,48 miliardi, dietro gli Stati Uniti con 43,01 miliardi; 4.838 i satelliti in orbita nel 2021.

La collaborazione è quindi indispensabile, così come è inevitabile la concorrenza. Missioni e ricerche nello Spazio hanno vissuto forse il loro momento di maggiore successo popolare quando era in corso la Guerra fredda (di cui ora sentiamo nuovamente correre qualche brivido) e si sono indebolite quando l’esibizione muscolare tra Usa e Russia ha seguito altre strade, per tornare in auge da qualche tempo grazie all’ingresso in campo di nuovi competitor statali, Cina in primis, e di privati. Si pensi che la Space X di Elon Musk, con le sue navicelle Dragon, vendute sul mercato internazionale anche prima dell'invasione dell’Ucraina, dopo le sanzioni a Mosca si propone ad americani e partner come alternativa ai vettori russi.

Ma è confortante come in questo confronto titanico si facciano valere anche regioni del nostro Mezzogiorno, per esempio la Campania con il progetto europeo Isaf (Integrated Smart Assembly Factory), la Basilicata con il Cluster lucano dell’Aerospazio che ha appena celebrato il decennale del Cluster tecnologico nazionale dell’Aerospazio (Ctna), la Puglia dove Taranto Grottaglie ambisce al ruolo di criptaliae spaceport, infrastruttura e laboratorio dell'aerospazio nazionale. Positivo anche il livello delle scienziate italiane impegnate ai vertici del settore, come Amalia Ercoli Finzi, Simonetta Cheli e Samantha Cristoforetti, che tra pochi giorni diventerà la prima europea a compiere una “space walk”.

In questo Almanacco raccontiamo solo una minima parte di quanto si muove sopra le nostre teste e nei laboratori Cnr, la selezione degli articoli è stata come di consueto impietosa. Citiamo almeno alcuni dei moltissimi esclusi. L'atmosfera del Sole è stata osservata da vicino come prima mai grazie alla sonda Solar Orbiter di Nasa ed Esa, cui collabora anche il nostro Istituto di fotonica e nanotecnologie. Della meteorologia che studia le conseguenze dell’attività solare sul nostro Pianeta si occupa la Space Weather Italian Community presieduta da Umberto Villante e costituita da Cnr, Ingv, Inaf, Infn, Asi e industrie. Un accordo tra Aeronautica militare, Enea e Cnr studia invece l’utilizzo di biocombustibili in campo aerospaziale, mentre un accordo tra Dta (Distretto tecnologico aerospaziale) e Unaprol (Unione nazionale produttori olivicoli), che coinvolge anche il Cnr, riguarda il monitoraggio della malattia causata da Xylella fastidiosa, il batterio killer degli ulivi. A proposito: ci sono anche filoni di ricerca più curiosi ma non meno importanti. Come quello del cibo per gli astronauti di cui ha parlato al Festival dello spazio di Busalla (Ge) il nostro Alberto Battistelli, dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri, responsabile per il Cnr dei progetti Microgreens x Microgravity (MICROx 2), su sistemi e tecnologie per la produzione di microortaggi nello Spazio, e Resource Bio-Utilization (ReBUS) per il supporto alla vita nello Spazio: qualità, sicurezza alimentare e nutrizione con prebiotici.

La questione dell’alimentazione è peraltro serissima, tanto che la Nasa ha lanciato una sfida tra startup per risolvere il problema della mancanza di frutta e verdura nelle missioni spaziali, cavoli inclusi. Come lo sono le numerose applicazioni legate alle ricerche per la sostenibilità, l’impatto, le comunicazioni, la sicurezza dei voli spaziali. O quelle sulla salute, la space medicine, e le tecnologie per la mobilità: ultima arrivata, una sedia a rotelle “con hi-tech da astronave”. La ricerca spaziale, insomma, unisce i grandi progetti di esplorazione e conoscenza rivolti verso Luna, Marte e le più remote distanze a ricadute che possiamo definire, nel senso migliore, molto Terra-Terra.

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