Focus: Colori

A ogni occhio la sua visione

vista
di Marina Landolfi

Di che colore è l'oggetto che stiamo guardando? Si tratta di uno dei quesiti più complessi per la vista umana, che varia principalmente in base a tre elementi, tra cui il cambiamento della luminosità dell'ambiente circostante. A rispondere a questa domanda è Elisabetta Baldanzi dell'Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr

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Circa il 70% delle informazioni che trasmettiamo al cervello giunge dal sistema visivo. Quando fissiamo un oggetto, la luce attraversa una serie di lenti naturali: la pupilla, che regola la luce; l'iride, che ne varia il diametro; il cristallino, che “punta” i raggi sulla retina, la quale li trasforma in impulsi elettrici. Il nervo ottico li invia poi al cervello, che se ne avvale per prendere decisioni e far reagire l'organismo. Ma di che colore è questo oggetto? La risposta, paradossalmente, potrebbe essere: nessuno.

“La visione del colore dipende principalmente da tre elementi che determinano la percezione dell'oggetto”, afferma Elisabetta Baldanzi dell'Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr. “Il primo è la luce che illumina l'oggetto: se non ci fosse non potremmo vedere nulla. Ma la luce è fatta di tanti ingredienti – le lunghezze d'onda - e, a seconda di come si miscelano, è possibile ottenere risultati diversi. Il secondo elemento è l'oggetto stesso, che può comportarsi in modo diverso nei confronti della luce che lo illumina: la può riflettere, assorbire o trasmettere in modo selettivo. Infine, c'è il nostro sistema visivo - l'occhio ma anche il cervello, che elabora l'input ricevuto e restituisce un'immagine - che riceve lo stimolo della radiazione riflessa ed è in grado di dare una risposta. All'interno dell'occhio umano ci sono tre tipi di fotorecettori, tra i quali i coni e i bastoncelli. Di giorno e quando sono presenti alti livelli di illuminazione, cioè in condizione chiamata fotopica, sono i coni ad attivarsi. Ne esistono tre tipologie, ciascuna sensibile a specifiche lunghezze d'onda; quelli detti lunghi o rossi (coni L) hanno il massimo assorbimento, i coni medi o verdi (cono M) un assorbimento medio, per i coni corti o blu (coni S) corrispondono alla zona dello spettro di assorbimento minore”.

 

occhio

La retina è la parte fotosensibile dell'occhio e si comporta come una pellicola fotografica adatta a ricevere impressioni. La risposta allo stimolo è però soggettiva. “È grazie ai coni che possiamo percepire i colori e i dettagli di ciò che vediamo. I bastoncelli, infatti, si attivano solo quando i livelli di illuminamento sono molto bassi, in visione cioè scotopica, e non consentono di percepire i colori”, continua Baldanzi. “Ma non è detto che i coni all'interno del nostro occhio siano identici in tutti i soggetti. Sono situati nella parte centrale della retina, in una zona chiamata fovea, quelli di tipo S più esterni e in numero inferiore, gli altri più centrali e numericamente superiori. In tutto si stima ce ne siano indicativamente 6 milioni, contro i circa 100 milioni di bastoncelli posti nella regione più esterna della retina. Ma le pur piccole differenze tra le persone non permettono di dare una risposta univoca allo stimolo. Se la sensibilità dei fotorecettori fosse molto diversa, lo sarebbe anche la risposta, come accade per chi ha alterazioni nella percezione dei colori, ad esempio i daltonici”.

Dunque, tornando al quesito iniziale: di che colore è questo oggetto? “Possiamo dire che il colore di per sé non esiste. Esiste lo stimolo oggettivo della radiazione riflessa da parte di un oggetto, che raggiunge il sistema visivo di chi lo sta osservando. A seconda poi di quale specie vivente sta guardando l'oggetto e di quale soggetto all'interno della stessa specie venga preso in considerazione, si ha una determinata risposta e percezione di colore”, conclude l'esperta.

Fonte: Elisabetta Baldanzi, Istituto nazionale di ottica del Cnr, tel. 055/2308259 , email elisabetta.baldanzi@ino.it -

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