Editoriale

Se l'oggi ha paura del domani

In un talk show del secolo scorso, Maurizio Costanzo rivolgeva regolarmente una domanda 'aperta' ai propri ospiti: "Cosa c'è dietro l'angolo". Oggigiorno, però, la prospettiva del domani suscita soprattutto timori: le parole che si aggirano come spettri per i dibattiti pubblici e le chiacchiere private sono soprattutto 'default', 'depressione', 'recessione'.  Proviamo invece a vederla in un altro modo: se l'impressione diffusa è quella di trovarci in un tunnel, significa che prima o poi rivedremo la luce. L
di Marco Ferrazzoli

Proprio perché il rapporto tra sviluppo e investimento in ricerca è un dato di fatto, in un momento 'buio' dobbiamo investire nei settori che promettono maggiori avanzamenti. Anche perché l'anno da poco trascorso è stato segnato da una serie di scoperte eccezionali e quello in corso potrebbe portare risultati su molte frontiere. Puntare sull'innovazione, rischiare e metterci in gioco: questa la lezione che arriva dai migliori ricercatori

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Del resto, il rapporto diretto tra sviluppo sociale ed economico e investimento in ricerca è un dato di fatto: i paesi che a livello internazionale corrono più veloci, non a caso sfornano laureati e aprono laboratori con ritmi per noi impensabili. Ben 19 cosiddetti stati 'emergenti' faranno parte della top 50 delle economie planetarie nel 2050 ed è da questi stessi stati che arriva già il 40% dei ricercatori. Per converso, la quota della spesa in Ricerca&sviluppo dei paesi industrializzati sul totale mondia

In un talk show del secolo scorso, Maurizio Costanzo rivolgeva regolarmente una domanda 'aperta' ai propri ospiti: "Cosa c'è dietro l'angolo". Oggigiorno, però, la prospettiva del domani suscita soprattutto timori: le parole che si aggirano come spettri per i dibattiti pubblici e le chiacchiere private sono soprattutto 'default', 'depressione', 'recessione'.

Proviamo invece a vederla in un altro modo: se l'impressione diffusa è quella di trovarci in un tunnel, significa che prima o poi rivedremo la luce. La parola 'tunnel' è un riferimento non casuale all'esperimento Opera, nel senso che, per aspettarci qualcosa di buono, dobbiamo battere nuove strade, puntare sull'innovazione, rischiare e metterci in gioco come hanno fatto i fisici del Cern.

Del resto, il rapporto diretto tra sviluppo sociale ed economico e investimento in ricerca è un dato di fatto: i paesi che a livello internazionale corrono più veloci, non a caso sfornano laureati e aprono laboratori con ritmi per noi impensabili. Ben 19 cosiddetti stati 'emergenti' faranno parte della top 50 delle economie planetarie nel 2050 ed è da questi stessi stati che arriva già il 40% dei ricercatori. Per converso, la quota della spesa in Ricerca&sviluppo dei paesi industrializzati sul totale mondiale è calata in 20 anni del 20% circa.

È vero che questo processo innovativo rallenta fisiologicamente una volta raggiunti certi livelli di ricchezza e benessere, ma è anche vero che tra i paesi 'avanzati' l'Italia brilla - si fa per dire - in quanto a sfiducia nell'innovazione come motore del futuro. Eppure l'anno da poco trascorso è stato segnato da una serie di scoperte scientifiche eccezionali, dai citati neutrini 'più veloci della luce' allo sviluppo di nuovi vaccini contro Hiv e malaria. 

Dal 2012 ci attendiamo ovviamente ulteriori avanzamenti nei settori da cui abbiamo già avuto i risultati più promettenti, ma il fronte di impegno della ricerca è ampissimo: green economy, esplorazione della Terra, nuove specie viventi, comprensione di altri segreti del cervello umano, supercomputer sui quali è in corso una vera 'guerra' tra gli Usa e altri concorrenti. Il presidente dell'Istituto di astrofisica Giovanni Bignami ha ipotizzato in 'Cosa resta da scoprire' (Mondadori) le frontiere del prossimo mezzo secolo di ricerca scientifica: nuove forme di vita extraterrestri, neuroscanner e computer quantistici, macchine molecolari e geotermia profonda.

Del futuro di alcuni di questi settori abbiamo chiesto di parlare ai ricercatori del Cnr, le cui risposte trovate nel Focus di questo Almanacco. Non è stato semplice convincerli, gli scienziati sono sempre molto prudenti quando bisogna azzardare questo genere di previsioni. Ma in questo caso non si tratta di predire un'uscita del Superenalotto, l'unica certezza che abbiamo è che per vincere bisogna puntare anche su ricerca, innovazione e tecnologia.