L'ennesima, tragica ondata di maltempo che ha colpito nei giorni scorsi vaste aree dell'Italia ha evidenziato, ancora una volta, quanto il territorio nazionale sia fragile e bisognoso di interventi. In quei frangenti la ricerca e l'innovazione tecnologica possono essere risorse preziose, come il Consiglio nazionale delle ricerche conferma mettendo a disposizione delle istituzioni la sua rete scientifica e le sue competenze.
L'Irpi, l'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica, fornisce dal 2009 al Dipartimento della protezione civile (Dpc) un servizio di previsioni sul possibile innesco di frane indotte dalle precipitazioni e, in questo frangente, ha effettuato per la Regione Liguria voli con aerei dotati dell'apparecchiatura a raggi laser Lidar, che hanno permesso di scattare immagini digitali delle zone più colpite. Nelle Cinque Terre e in altre aree l'Istituto ha partecipato ai sopralluoghi assieme al capo del Dipartimento, Franco Gabrielli, pianificando altre verifiche mirate per stabilire i livelli di massima piena in varie sezioni fluviali.
L'Ibimet, l'Istituto di biometeorologia, tramite il consorzio Lamma (Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale) di cui fanno parte Regione Toscana e Cnr, ha fornito previsioni meteorologiche dettagliate relative alla Lunigiana e alla Versilia, in accordo con la sala meteo Dpc e, durante l'emergenza, ha monitorato continuativamente le aree alluvionate, elaborando una descrizione che è stata pubblicata sul sito web del consorzio.
Mobilitato anche l'Isac, l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima, impegnato attraverso il progetto Eumetsat quale responsabile dei prodotti di precipitazione satellitare operativi, che sono disponibili in tempo reale per applicazioni idrologiche e di protezione civile. Con il progetto Prosa, invece, l'Isac ha messo in piedi un sistema di monitoraggio e previsione per l'allerta meteo utilizzato dai centri funzionali del Dpc in fase sperimentale.
Sono solo alcuni esempi, che rinnovano lo spirito di servizio dimostrato dall'Ente già in altre occasioni calamitose, dal terremoto dell'Aquila al caso dell'eruzione del vulcano islandese, fino ai precedenti eventi di frane e alluvioni. In queste contingenze cruciali, nelle ore dell'emergenza, la disponibilità dei ricercatori a operare professionalmente e a informare correttamente i cittadini costituisce un servizio fondamentale per il Paese, per il quale desidero esprimere loro il mio più sentito ringraziamento. È anche in questo modo che il Cnr conferma di costituire una risorsa per l'Italia.