Editoriale

L'informazione scientifica, una necessità

La questione si è posta anche di recente, in occasione della diffusione di un ceppo di Escherichia coli e della consultazione referendaria su acqua e nucleare
di Marco Ferrazzoli

Molti eventi pubblici richiedono da parte dei cittadini una consapevolezza degli aspetti tecnici e scientifici. La questione si è posta anche di recente, in occasione della diffusione di un ceppo di Escherichia coli e della consultazione referendaria su acqua e nucleare

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n queste settimane, per esempio, due notizie tra le altre hanno occupato le cronache: il cosiddetto 'batterio killer' e i referendum. La diffusione dell'Escherichia coli ha visto polemiche roventi sulle sue possibili cause. Anche la consultazione è stata accompagnata da un acceso dibattito: prima per illustrare le varie posizioni, poi sul raggiungimento del quorum, infine sulle conseguenze della vittoria dei 'no'.

In questo periodo, abbiamo potuto di nuovo constatare come molti temi che assumono carattere di interesse pubblico necessitino di un'adeguata comprensione di aspetti tecnico-scientifici non sempre banali. Una corretta informazione in questi campi, quindi, diventa il presupposto per quello che potremmo chiamare un compiuto esercizio della democrazia, anche su questioni assai rilevanti.

In queste settimane, per esempio, due notizie tra le altre hanno occupato le cronache: il cosiddetto 'batterio killer' e i referendum. La diffusione dell'Escherichia coli ha visto polemiche roventi sulle sue possibili cause. Anche la consultazione è stata accompagnata da un acceso dibattito: prima per illustrare le varie posizioni, poi sul raggiungimento del quorum, infine sulle conseguenze della vittoria dei 'no'.

Su problematiche di questo tipo ovviamente le diverse posizioni di pensiero, così come la tendenza dei media a esasperare alcuni aspetti 'allarmistici', hanno un peso notevole. Se però la cultura scientifica fosse tenuta in maggiore considerazione e facesse parte sin dalla formazione scolastica del bagaglio di conoscenze e interessi diffusi, sarebbe meno complicato assumere scelte pubbliche condivise, equilibrate e adeguate ai bisogni sociali.

In particolare, sull'Escherichia coli abbiamo potuto confermare come l'incidenza degli aspetti emotivi sia forte anche all'estero, al punto che si ventilano controversie internazionali per le iniziali, erronee identificazioni di taluni prodotti agro-alimentari quali responsabili della veicolazione del virus. Per una volta, peraltro, oltre e più che l'industria del food, sul banco degli indiziati sono salite le produzioni 'bio'.

Oltre che alle istituzioni politiche e amministrative, agli imprese e alle strutture di formazione, l'impegno per incentivare l'interesse dei cittadini verso la ricerca scientifica spetta a chi la ricerca svolge di mestiere. Sarebbe auspicabile che ogni ricercatore - ovviamente senza trasgredire mai sul piano della correttezza scientifica - fosse anche in grado di utilizzare modi e linguaggio idonei ad appassionare i 'profani'. In questi giorni ci ha lasciato un divulgatore che è stato da questo punto di vista un esempio; l'etologo Giorgio Celli, uno dei nostri studiosi più capaci nell'avvicinare il grande pubblico alla scienza, al punto da essere stato scelto quale testimonial pubblicitario da un'azienda (caso quasi unico per uno studioso), a conferma appunto della credibilità raggiunta.