Siamo in una fase cruciale per la ricerca italiana. Il ministro Mariastella Gelmini ha appena presentato il Programma nazionale di ricerca 2011-2013, nel quadro del quale l'attenzione è focalizzata soprattutto sui 14 'progetti bandiera': quelli su cui il nostro Paese ha deciso di puntare, stanziando 1.772 milioni in tre anni, in settori che vanno dallo spazio alla fisica delle particelle, dalle nanotecnologie al mare.
Il programma approvato dal Cipe su proposta del ministro della Ricerca intende allineare l'Italia "alla visione strategica di Europa 2020, indicando e descrivendo le azioni innovative volte a sostenere e accompagnare la transizione del sistema Paese verso l'economia della conoscenza", come ha spiegato la Gelmini. "Uno strumento di orientamento per le molteplici azioni volte al rilancio della ricerca", lo ha definito il ministro, avvertendo che "non vi può essere crescita senza ricerca".
Tra i soggetti coinvolti dal Pnr, il Consiglio nazionale delle ricerche è impegnato in vari progetti quali Ritmare (Ricerca italiana per il mare), EpiGen-Epigenomica, l'Ambito nucleare, la Fabbrica del futuro (promozione del Made in Italy), Ricerca e innovazione tecnologica nei beni culturali, Nanomax e InterOmics.
Concentrare gli sforzi, ottimizzare le risorse, evitare i finanziamenti a pioggia è importante ma certo il Programma non è risolutivo di tutti i problemi del comparto. Resta ineludibile l'obiettivo di superare l'attuale investimento pubblico in R&S (ricerca e sviluppo), pari allo 0,56% del Pil, ma soprattutto l'1,5% del Pil di investimento complessivo, molto lontano da quanto ci chiede l'Europa (3%).
Apprezzabile però anche la volontà di portare le ripercussioni del Pnr "su tutto il territorio e in particolare sul Mezzogiorno'', per il quale il Programma stanzia complessivamente 6,4 miliardi di euro. Al Sud è poi rivolto un altro sforzo delle istituzioni e della nostra ricerca: i sei Progetti per lo sviluppo del Mezzogiorno per i quali sono stati stanziati 50 milioni di euro in tre anni nella Finanziaria 2010. Il coordinamento è affidato al Cnr che, sempre in questi giorni, ha presentato i rispettivi responsabili, una vera e propria cabina di regia, dando il via alla fase operativa. Le aree coinvolte sono quelle dell'energia, del mare, dell'agroalimentare e dei farmaci innovativi.
L'intenzione, ha sottolineato il presidente Luciano Maiani, è che questi progetti "facciano da battistrada ad altri programmi di ricerca per trasferire in maniera organica innovazione al Sud". Il trasferimento dei risultati in tematiche così cruciali è un obiettivo ineludibile per l'Italia: il Cnr con i suoi spin off, la sua capacità brevettuale, i riconoscimenti ottenuti quale il Premio nazionale innovazione, ha tutte le credenziali per fungere da snodo di questo processo.