Editoriale

Innovazione e tecnologia, scenario in chiaroscuro

È uno scenario in chiaroscuro, come quello delineato dall'Associazione italiana per la ricerca industriale (Airi) nel rapporto 'Outsourcing della R&S', presentato di recente al Cnr: la spesa delle imprese per programmi di ricerca e sviluppo affidata a terzi è in crescita tendenziale ma la nostra competitività a livello internazionale è molto scarsa: gli Stati Uniti, caso indicativo, acquistano ricerca da noi per appena 149 milioni di dollari, il 2% del totale europeo.
di Marco Ferrazzoli

La vivacità italiana nel creare innovazione e tecnologia è attestata da moltissimi indicatori ed esperienze, è però altrettanto evidente la nostra difficoltà di 'fare rete' e trasformare le singole capacità e competenze in un sistema e in una filiera che contribuiscano allo sviluppo del paese.
Scorrendo le notizie delle ultime settimane, i segnali incoraggianti non mancano e, cosa che fa piacere, spesso giungono dal Sud. E-voluzione, una piccola società che fornisce innovazione alle imprese e lavora per l'Agenzia spaziale europea, è entrata nel Bic della Città della scienza di Napoli per attivare un "vero interscambio" con "altre 36 aziende". Nell'ambito del Festival dell'innovazione (a Bari dal primo al 3 dicembre), l'Agenzia regionale per le tecnologie e l'innovazione (Arti) ha bandito, con Cnr, università pugliesi ed Ena il 'Puglia innovation contest', concorso finalizzato all'acquisizione di idee progettuali per prodotti, processi e servizi.

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La vivacità italiana nel creare innovazione e tecnologia è attestata da moltissimi indicatori ed esperienze, è però altrettanto evidente la nostra difficoltà di 'fare rete' e trasformare le singole capacità e competenze in un sistema e in una filiera che contribuiscano allo sviluppo del paese.
Scorrendo le notizie delle ultime settimane, i segnali incoraggianti non mancano e, cosa che fa piacere, spesso giungono dal Sud. E-voluzione, una piccola società che fornisce innovazione alle imprese e lavora per l'Agenzia spaziale europea, è entrata nel Bic della Città della scienza di Napoli per attivare un "vero interscambio" con "altre 36 aziende". Nell'ambito del Festival dell'innovazione (a Bari dal primo al 3 dicembre), l'Agenzia regionale per le tecnologie e l'innovazione (Arti) ha bandito, con Cnr, università pugliesi ed Ena il 'Puglia innovation contest', concorso finalizzato all'acquisizione di idee progettuali per prodotti, processi e servizi.
La legge di stabilità prevede poi uno stanziamento di 100 milioni di euro per l'innovation voucher, un'idea del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che la responsabile dell'Istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini, definisce "un nuovo modo da sperimentare per finanziare la ricerca dentro l'università e creare un collegamento fra le imprese, soprattutto piccole e medie, e l'università stessa''. Lo snodo fondamentale, si sa, è proprio quello dell'insufficiente link tra centri di ricerca e imprese. Anche a causa di una normativa sui diritti non condivisa da tutti gli attori del 'mercato delle idee', infatti, i brevetti costituiscono un patrimonio difficile da gestire, ancorché di dimensioni non disprezzabili: nel 2008 si parla di quasi duemila invenzioni, per un rendimento tra licenze e opzioni di 1.306.000 euro.
Anche la scarsa mortalità degli spin off è una notizia solo parzialmente buona: "Resistono perché molto spesso i costi sono molto bassi, i fondatori sono anche dipendenti delle università e gli spin off sono ospitati nelle università o negli incubatori universitari", avverte Riccardo Pietrabissa, presidente di Netval, associazione di 45 enti e atenei per la valorizzazione dei risultati della ricerca. Le imprese nate nei laboratori, insomma, spesso sopravvivono senza crescere.
È uno scenario in chiaroscuro, come quello delineato dall'Associazione italiana per la ricerca industriale (Airi) nel rapporto 'Outsourcing della R&S', presentato di recente al Cnr: la spesa delle imprese per programmi di ricerca e sviluppo affidata a terzi è in crescita tendenziale ma la nostra competitività a livello internazionale è molto scarsa: gli Stati Uniti, caso indicativo, acquistano ricerca da noi per appena 149 milioni di dollari, il 2% del totale europeo.
Quella 'globale' è la dimensione in cui scontiamo le maggiori difficoltà. Altro indice significativo, fornito dal Ceris-Cnr, la percentuale di personale di ricerca in rapporto alla forza lavoro: 0,6 per l'Italia, 1,6 per la Svezia, 1,35 per il Giappone, 1,3 per la Francia, 1,2 per la Germania, 0,8 per la Corea. Altrettanto fluida è peraltro la situazione complessiva dei paesi avanzati. Dal Rapporto Unesco per la scienza 2010 si evince quanto il mondo della ricerca stia cambiando: i paesi avanzati (Usa, Giappone e Ue) nel 1990 coprivano il 95% della produzione e nel 2007 sono scesi al 76%.
Nell'ambito di un discorso sula tecnologia e sull'innovazione applicativa vogliamo riservare il focus monografico di questo Almanacco della scienza alla Start Cup Cnr-Sole24Ore, promossa per supportare l'avvio di imprese a partire dai risultati scientifici dell'Ente. I tre vincitori, grazie alla partecipazione di soggetti del credito come Intesa Sanpaolo e Mediocredito Italiano, sono stati premiati con un viaggio negli Usa, al fine di metterli in contatto con un ambiente imprenditoriale sensibile alle idee innovative.
"Questa partnership con il CNR - spiega Dante Campioni di Intesa Sanpaolo - ha l'obiettivo di contribuire a moltiplicare le occasioni di trasferimento tecnologico e di conoscenza dal mondo della ricerca verso il mercato, dando in particolare alle Pmi la possibilità di accedere alle eccellenze disponibili. Un obiettivo che perseguiamo con convinzione, per contribuire a colmare il divario che ci separa dai paesi più avanzati in termini di sostegno all'innovazione".
Nel Focus dell'Almanacco, però, non abbiamo voluto illustrare i progetti vincitori ma alcuni di quelli che ci hanno colpito maggiormente: il serbatoio mini per auto a metano; il filtro ottico che  aumenta l'efficienza e dei pannelli fotovoltaici; il supercalcolatore che offre servizi innovativi alle aziende; l'uso dei campi elettromagnetici per accrescere la differenziazione delle staminali destinate agli autotrapianti; le tecnologie semantiche capaci di imitare il comportamento umano nell'atto di leggere e comprendere i contenuti dei file elettronici; materiali fotonici per celle solari più efficienti.

Marco Ferrazzoli