Sfere, dall'abete agli abissi
Ad assumere forma sferica sono tante realtà, dai pianeti alle cellule, dagli addobbi natalizi fino alle opere d'arte. Ma questa configurazione è presente anche in mare, per esempio con alcuni agglomerati fibrosi presenti sulle spiagge, chiamati egagropili, o alcune specie di alghe. Ne parla Ester Cecere dell'Istituto di ricerca sulle acque del Cnr
A Natale, fervono la realizzazione del presepe e dell’albero, decorato con le palline colorate, che sono da sempre l’addobbo preferito. Ma perché le palline? Avete mai fatto caso che la sfera è la forma geometrica maggiormente ricorrente in natura e nell’arte? Dal grande al piccolo. Pianeti, lune e stelle sono, in modo più o meno approssimativo, delle sfere. Le gocce d'acqua e la maggior parte delle cellule sono sferiche. La sfera, infatti, è il solido che racchiude il massimo volume nella minima superficie, massimizzando così la sua efficienza, che significa minore dispendio di energia e massima capacità di funzionamento.
Anche la vita inizia da una sfera. I granuli di polline sono spesso sferici. L'ovulo verso cui si protende lo spermatozoo è rotondo, così come le prime cellule che si aggregano per dar luogo alla morula, la forma dell'embrione che deriva dalla divisione dell'uovo fecondato; essa si presenta come un aggregato cellulare dalla forma di piccola mora di gelso (da cui il nome), la cui successiva divisione permetterà la formazione dei milioni di cellule di cui è composto il feto.
La sfera è il simbolo di perfezione e regolarità. La sua definizione geometrica come “luogo dei punti dello spazio che hanno uguale distanza da un punto fisso, detto centro”, particolarissima rispetto alle altre figure geometriche, le assegna un ruolo unico nel nostro immaginario.
Il critico d'arte Giulio Carlo Argan ricordava che nella scultura, la forma ideale è la sfera che infatti, è ricorrente nell’arte. Basta pensare all’Atomium, la monumentale opera di André Waterkeyn nel Parco Heysel di Bruxelles, o alle sfere di Arnaldo Pomodoro, uno dei più grandi scultori contemporanei italiani, a René Magritte e “La memoria” passando per Giorgio de Chirico e il suo “Canto d'amore”, fino a Maurits Cornelis Escher. E senza dimenticare la “Biosfera”, conosciuta come la Bolla di Renzo Piano, una struttura di vetro e acciaio collocata nel Porto Antico di Genova, sospesa sul mare.
L'alga giapponese Marimo
Ma ritorniamo alle forme sferiche presenti in natura e, proprio in mare. Il termine scientifico “egagropilo” o “egagropila” indica gli agglomerati sferici o ovali di colore marrone chiaro e consistenza fibrosa che si rinvengono, anche molto numerosi, lungo la costa e sulle spiagge. Comunemente noti come “palle di mare”, “palle di Nettuno”, “polpette di mare”, “patate di mare” o “kiwi di mare”, derivano dai rizomi della pianta marina Posidonia oceanica. I rizomi, una volta privati delle foglie, si sfilacciano e, in presenza di correnti unidirezionali alternate (che li fanno rotolare avanti e indietro), assumono questa forma.
Anche l'alga verde d'acqua dolce, Aegagropila linnaei, forma grandi sfere verdi dalla superficie vellutata che di giorno galleggiano a pelo d'acqua (grazie all'ossigeno sviluppatosi con la fotosintesi e rimasto intrappolato all’interno della formazione) e di notte stazionano sul fondo. Quest’alga è stata chiamata "marimo" da un botanico giapponese nel 1898. “Mari” in lingua giapponese significa biglia, mentre “Mo” indica i vegetali che crescono in acqua. A volte questa alga è venduta con il nome di "muschio a sfera giapponese", anche se si tratta di un’alga.
Anche nel Mar Piccolo di Taranto ci sono molte alghe che assumono forme sferiche; questo portamento è caratteristico delle specie che vivono libere in acqua, flottanti, cioè non attaccate al substrato, sia esso roccia o sabbia. È questo il caso dell'alga verde Chaetomorpha linum, il cui tallo (così si chiama il corpo delle alghe) ha la forma di lunghi filamenti verdi non ramificati. Alla fine dell’estate, cioè alla fine della stagione di crescita, il filamento si spezzetta e i frammenti, di 2-3 cm di lunghezza, si ammassano; questi piccoli ammassi, sempre in presenza di correnti unidirezionali alternate, assumono una forma sferica perfetta, finendo col rassomigliare a gomitoli verdi. Nella successiva stagione favorevole, questi “gomitoli” danno luogo nuovamente ai filamenti originari.
Molte altre specie di alghe, soprattutto in ambienti lagunari, assumono la forma di una palla. Si tratta sempre di alghe che non sono attaccate al fondo, nelle quali, quindi, non è possibile individuare la base e la parte apicale. Esse, rotolando, diventano sferiche, talvolta difficilmente riconoscibili dai non addetti ai lavori.