Editoriale

L'estate sta arrivando. Con equilibrio

Il clima, poi, induce ad un'altra considerazione, dopo il clamore suscitato nei giorni scorsi dalla notizia della relativamente prossima 'chiusura' del buco dell'ozono, annunciata su Nature da Jonathan Shanklin, uno degli stessi scienziati che un quarto di secolo fa avevano osservato per primi il fenomeno. Sarà davvero così? È merito delle misure contro le emissioni di gas serra?
di Marco Ferrazzoli

Valorizzare il supporto che la ricerca può offrire per le decisioni socio-economiche ma usare cautela nelle informazioni scientifiche: sono le condizioni per evitare immobilismo e allarmismo, due facce dello stesso atteggiamento, quello per cui ci comportiamo bene solo se temiamo conseguenze negative

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Nello scorso numero dell'Almanacco della Scienza il presidente del Cnr, Luciano Maiani, scriveva di come, di fronte alle emergenze ambientali, investire in ricerca costi meno del "conto dei danni". Nel caso della nube di cenere vulcanica, in particolare, i ripetuti blocchi dei voli in Europa hanno reso evidente che le infrastrutture di monitoraggio e analisi, quali la rete europea Earlinet coordinata dal nostro Ente, rappresentano uno strumento strategico per fronteggiare fenomeni naturali incontrollabili o imprevedibili: il loro adeguato finanziamento costituisce dunque anche un risparmio economico.

In termini di comunicazione scientifica, sempre a partire dalla rete Earlinet e dalla nube, possiamo fare una valutazione speculare: nei giorni scorsi, l'Istituto di metodologie per l'analisi ambientale (Cnr-Imaa) avvertiva che, stanti l'attività del vulcano e le previsioni dei modelli, l'evento avrebbe potuto interessare di nuovo l'Italia. La notizia è stata largamente ripresa da giornali, radio, tv, agenzie e siti web che talvolta, come si dice in gergo, l'hanno 'stressata', parlando in modo più tranchant e allarmistico di 'ritorno' della nube.

Abbiamo voluto usare la stessa prudenza anche in questo numero dell'Almanacco, il cui Focus monotematico è dedicato a un tema di 'alleggerimento': "Prepararsi all'estate". In particolare su temi come il meteo, avverte Massimiliano Pasqui dell'Ibimet, i margini di incertezza previsionale sono sempre molto ampi, in particolare in un periodo altalenante come l'attuale.

Il clima, poi, induce ad un'altra considerazione, dopo il clamore suscitato nei giorni scorsi dalla notizia della relativamente prossima 'chiusura' del buco dell'ozono, annunciata su Nature da Jonathan Shanklin, uno degli stessi scienziati che un quarto di secolo fa avevano osservato per primi il fenomeno. Sarà davvero così? È merito delle misure contro le emissioni di gas serra?

Antonello Pasini dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico del Cnr, intervistato su Repubblica, avverte che il fenomeno è molto complesso e che i rapporti causa-effetto non sono sempre evidenti, ma ciò non deve giustificare "l'immobilismo". Immobilismo e allarmismo sono in fondo due facce della stessa medaglia, quella per la quale noi regoliamo in modo virtuoso i nostri comportamenti solo quando temiamo che dalle 'infrazioni' possano derivare conseguenze negative. Bisognerebbe invece rivederli indipendentemente dagli effetti, poiché - ad esempio - moderare i consumi, evitare gli sprechi e rispettare l'ambiente sono cose giuste 'di per sé'.

Per questa ragione, concludendo, nel nostro Focus estivo i ricercatori da noi interpellati hanno ribadito anche indicazioni note e consigli di buon senso, taluni dei quali giungono dalla saggezza dei nostri nonni: esporsi al sole con la dovuta protezione, regolare l'attività fisica senza sforzi improvvisi ed eccessivi, rispettare i luoghi nei quali andiamo in vacanza, alimentarci in modo sobrio... Piccole regole da seguire sempre, al di là dei loro benefici.

Marco Ferrazzoli