Editoriale

Animali come noi. Ma non del tutto

Gli animali si trovano in una situazione almeno in apparenza opposta. Secondo Eurispes il 42% degli italiani maggiorenni, oltre 20 milioni di persone, possiede un animale domestico o da compagnia e, in città come Milano, Torino e Palermo, il numero dei cani ha superato quello dei bambini. L'interesse socio-culturale, economico e politico che li circonda è quindi enorme ma non per questo la correttezza dei rapporti tra mondo animale e umano è scontata. Esiste il rischio di 'antropomorfizzare' questi 'amici',
di Marco Ferrazzoli

Cani e gatti, ma anche maiali e moscerini. Le similitudini reali tra mondo umano e animale sono assai maggiori, ma spesso anche diverse, rispetto a quelle che diamo per scontate. Proprio la grande passione che cani e gatti suscitano impone una riflessione sul nostro rapporto con loro, non esente da contraddizioni. Ne parliamo con i ricercatori Cnr

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Ci rendiamo conto di tali contraddizioni soprattutto in estate, con il giustamente deprecato fenomeno degli abbandoni, ma le sfumature di questo approccio sono molte e talvolta sorprendenti. Ecco perché abbiamo deciso di dedicare questo numero dell'Almanacco agli animali, chiedendo ai ricercatori Cnr di farci capire meglio alcune delle tante similitudini reali e apparenti che ci legano loro. Agli esempi che ci hanno suggerito se ne potrebbero aggiungere tanti altri: dalle iene ai ratti, infatti, la ricerca

Tra i molti, interessanti incontri che il Cnr sta organizzando per l'Expo – nella convinzione che al grande successo popolare della manifestazione si debbano associare momenti di confronto sui contenuti scientifici e culturali – uno dei più recenti ha affrontato un aspetto particolarmente importante, il consumo di suolo. Si è notato come, nella pur aumentata sensibilità ambientale pubblica, questo tema non sia sentito a sufficienza: non quanto, per esempio, quelli dell'inquinamento delle acque o dei cambiamenti climatici. È probabilmente colpa di un pregiudizio diffuso, per il quale sin da bambini siamo abituati a considerare il suolo, il terreno, la terra come qualcosa di 'sporco', anziché come una risorsa preziosa e tutt'altro che inesauribile.

Gli animali si trovano in una situazione almeno in apparenza opposta. Secondo Eurispes il 42% degli italiani maggiorenni, oltre 20 milioni di persone, possiede un animale domestico o da compagnia e, in città come Milano, Torino e Palermo, il numero dei cani ha superato quello dei bambini. L'interesse socio-culturale, economico e politico che li circonda è quindi enorme ma non per questo la correttezza dei rapporti tra mondo animale e umano è scontata. Esiste il rischio di 'antropomorfizzare' questi 'amici', di trasferire su di loro sentimenti, comportamenti e bisogni che sono in realtà nostri, oltre che di non considerare quanto la sensibilità umana sia condizionata da rigide gerarchizzazioni di specie e individuali. L'affetto e l'amore con il quale riteniamo di relazionarci impone, cioè, una riflessione che miri a un rapporto equilibrato non sempre facile da costruire, si pensi a problematiche irrisolte come la tutela del 'diritto' degli animali in sede giudiziaria o il loro uso nella sperimentazione in vivo.

Ci rendiamo conto di tali contraddizioni soprattutto in estate, con il giustamente deprecato fenomeno degli abbandoni, ma le sfumature di questo approccio sono molte e talvolta sorprendenti. Ecco perché abbiamo deciso di dedicare questo numero dell'Almanacco agli animali, chiedendo ai ricercatori Cnr di farci capire meglio alcune delle tante similitudini reali e apparenti che ci legano loro. Agli esempi che ci hanno suggerito se ne potrebbero aggiungere tanti altri: dalle iene ai ratti, infatti, la ricerca e l'etologia ci svelano di continuo comportamenti e atteggiamenti che paiono molto vicini ai nostri. Mentre altre notizie rassicurano sulla straordinaria capacità di tante specie, per esempio orsi, pesci, fenicotteri, gabbiani, aquile, di recuperare gli habitat loro propri e anche di adattarsi ai nostri.

Ciò non significa però che si possa abbassare la guardia sull'allarme ambientale relativo ai rischi conseguenti alla devastazione degli ambienti naturali operata dall'uomo (e qui si torna al problema del consumo di suolo): molti scienziati paventano anzi una “sesta estinzione” che, come accadde con i dinosauri milioni di anni fa, potrebbe portare alla scomparsa tra gli altri di lupi, leoni, linci. Soltanto dal 1900 a oggi si sono perse più di 400 specie di vertebrati e oggi sono sotto minaccia il 41% degli anfibi e il 26% dei mammiferi, a causa di riscaldamento globale, deforestazione e inquinamento. Ah, alcuni ricercatori ci avvertono che è a rischio anche la specie umana: speriamo che almeno questo ci induca a mutare rotta.