Viaggio nel mondo invisibile
Nel suo libro “Il nanomondo dai virus ai transistor” Gianfranco Pacchioni esplora l'universo dell'ultrapiccolo, intraprendendo un viaggio volto a dimostrare come le cose invisibili ai nostri occhi possano compiere rivoluzioni immense
“Non mi fido di nulla se non della testimonianza degli occhi”. Questa citazione di Francis Bacon segna l'inizio del nostro percorso alla scoperta di come, anche se non riusciamo a vederlo, esista un universo infinito composto da elementi minuscoli che hanno un'importanza cruciale nelle nostre vite. Anzi, sono proprio loro i principali protagonisti del nostro mondo. Gianfranco Pacchioni, esperto di chimica teorica e computazionale, con “Il nanomondo dai virus ai transistor” (Dedalo) ci guida in questo viaggio attraverso il misterioso mondo dell'ultrapiccolo. Grazie a un tono ironico e leggero, viene svelato quanto sia sbagliato credere solamente a quello che vediamo e quanto siano invece rilevanti tutti i micro fenomeni che avvengono sulla Terra.
L'autore si basa sull'approccio top-down “ossia dall'alto verso il basso, dal grande verso il piccolo”. Il punto di partenza siamo noi essere umani, enormi giganti rispetto agli abitanti del nanomondo. Quando parliamo di ultrapiccolo, infatti, non ci stiamo riferendo a centimetri o millimetri ma parliamo di micron (un milionesimo di metro) e di nanometri (un miliardesimo di metro). Sono dimensioni da far girar la testa e, ancora di più, lo sono i numeri di cui è fatto questo mondo. Ad esempio, i batteri presenti sulla terra sono talmente tanti che “ci vogliono 10 milioni di universi per mettere insieme un uguale numero di stelle”. I virus, organismi particolari al confine tra il mondo vivente e quello inanimato, sono ancora più piccoli e sono molti di più dei batteri. Dopo aver pensato a questi numeri e a ciò che questi esseri sono in grado di fare, crediamo ancora di essere i padroni di questo mondo? Tra l'altro, batteri e virus esistono da molto prima di noi eppure, fino a un paio di secoli fa, neanche sapevamo della loro esistenza.
Dopo averne preso coscienza, però, anche l'uomo ha imparato ad addentrarsi nel mondo dell'ultrapiccolo, ed è qui che la seconda parte del viaggio di Pacchioni ci porta a ripercorrere la storia delle più grandi invenzioni tecnologiche. Il telefono, la radio, la tv, il computer e gli smartphone devono la loro esistenza all'invenzione dei transistor, “una scoperta destinata a rivoluzionare tanto profondamente la vita sul pianeta che si può ben dire che c'è un prima e un dopo la comparsa del transistor”. Il transistor, dispositivo a semiconduttore, nasce come la versione piccola e conveniente delle valvole termoioniche, indispensabili per la trasmissione e la ricezione del segnale. Questa invenzione ha segnato l'inizio della corsa verso la miniaturizzazione: più i transistor sono piccoli, più se ne possono utilizzare, più è possibile raggiungere una potenza di calcolo maggiore. Oggi i transistor sono arrivati a misurare 7 nanometri e un singolo chip può contenerne 40 miliardi. La corsa alla miniaturizzazione, però, dovrà fermarsi presto perché sotto i 3-5 nanometri si raggiungono i limiti fisici.
Pacchioni termina con le sfide che ci aspettano in futuro. Saranno le macchine molecolari le protagoniste indiscusse dei prossimi decenni, delle “cosette in grado di cambiare la faccia del mondo”. L'utilizzo di queste nanomacchine significherà intraprendere la più grande rivoluzione tecnologica della storia. Ancora una volta, sarà un minuscolo passo di pochi nanometri a rappresentare un grande passo per l'umanità.
titolo: Il nanomondo dai virus ai transistor
categoria: Saggi
autore/i: Pacchioni Gianfranco
editore: Dedalo
pagine: 96
prezzo: € 11.50