Focus: Ricerca

Italia diseguale: il ruolo delle reti per rilanciare la ricerca

Crescita economica
di Emanuela Reale, Antonio Zinilli e Serena Fabrizio

Affinché il nostro Paese migliori la propria posizione all’interno del panorama internazionale è fondamentale che incentivi  l’attività di R&I al Sud e che superi la disparità territoriale esistente nei settori innovativi. Il Pnrr offre in questo senso ottime opportunità, anche attraverso la valorizzazione delle potenzialità a disposizione di università ed enti di ricerca, come sottolineano Emanuela Reale, Antonio Zinilli e Serena Fabrizio dell’Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile del Cnr

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Maggiori fondi alla ricerca scientifica e migliori strategie a livello locale per risolvere il gap territoriale in Ricerca e innovazione (R&I). Abbiamo tutti bisogno dello sviluppo del Sud Italia. Se vogliamo avere un recupero e un rilancio dell’economia italiana nel suo complesso e una crescita più sostenuta nel prossimo avvenire c’è bisogno che il Sud Italia migliori la sua attività di ricerca e innovazione.
Nella terza edizione della “Relazione sulla ricerca e l’innovazione”,  il Cnr pone al centro della riflessione la disparità territoriale italiana per quanto riguarda il ruolo giocato dalle province italiane nello spazio della conoscenza. Per quanto l’Italia sia un partner cruciale nei progetti europei, risulta che contribuisca con il 12,5% al bilancio per la ricerca comunitaria, ma i finanziamenti che ritornano al nostro Paese sono pari solo all’8,7%. Soprattutto per quanto riguarda i progetti e le pubblicazioni nel settore Scienze della vita si evidenzia una forte polarizzazione tra il Nord e il Sud Italia, rilevando l’alta disparità territoriale in un settore estremamente innovativo e attrattivo per gli investimenti privati (nazionali e internazionali), hi-tech e no.

Questa disparità è evidente anche in relazione al Pil pro-capite: la provincia di Milano è la più ricca in termini economici ed è al primo posto come hub di conoscenza, a seguire Bologna, Roma e Firenze. Le province del Mezzogiorno presentano livelli di Pil pro-capite nettamente inferiori rispetto a quelli del Centro-Nord, e questo si riversa anche nel ruolo giocato nello spazio della conoscenza.
Le reti di collaborazione del sistema di ricerca e innovazione italiano mettono in evidenza che la competizione per l’acquisizione di fondi a livello internazionale produce “circoli chiusi” in tutti i settori disciplinari, che impediscono l’accesso ad altre organizzazioni che hanno ottime capacità scientifiche, alimentando sempre più le disuguaglianze territoriali.

Ci sono margini importanti di miglioramento che è necessario perseguire, quali ad esempio la definizione di una strategia nazionale di finanziamento della R&I. Strategia che individui le azioni necessarie a livello locale per consentire il rafforzamento della centralità nei network di collaborazione internazionale di organizzazioni localizzate in territori nei quali esiste una buona capacità di produzione di conoscenza in collaborazione internazionale, ma non sufficienti risorse e legami per entrare nei programmi quadro. Lo stesso Pnrr offre possibilità uniche, ma deve essere attuato attraverso un disegno di policy che valorizzi le potenzialità enormi della ricerca pubblica, in particolare università ed enti di ricerca, perché, come mostrano i dati sulla partecipazione ai programmi quadro e i dati sulla produzione scientifica, la ricerca pubblica è una risorsa imprescindibile del sistema nazionale per affrontare la competizione scientifica internazionale. L’auspicio è che, grazie al contributo del Pnrr, l’Italia possa guadagnare posti in prima fila rispetto al panorama internazionale della ricerca. I finanziamenti cospicui come quelli previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza devono servire a creare e consolidare infrastrutture, reti e partnership di ricerca che siano in seguito in grado di crescere autonomamente, specie quando, dopo il 2026, il flusso di risorse straordinarie sarà cessato.

In conclusione, per colmare le disparità territoriale nella ricerca, si deve puntare a una governance del sistema di ricerca più efficace, investendo più risorse nella ricerca e coinvolgendo tutti gli attori locali nel ciclo di attività in R&I. Le reti locali e internazionali sono quindi un requisito essenziale affinché gli investimenti in ricerca e sviluppo abbiano delle chance di generare impatti positivi anche sul tessuto socio-economico dei territori più svantaggiati.

Fonte: Emanuela Reale, Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile, e-mail: emanuela.reale@ircres.cnr.it; Antonio Zinilli, Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile, e-mail: antonio.zinilli@ircres.cnr.it; Serena Fabrizio, Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile, e-mail: serena.fabrizio@ircres.cnr.it