Saggi

I gatti lo sanno, ma anche i piccioni

Copertina del libro
di M. F.

Giulia Bignami propone una raccolta di saggi in cui illustra esempi di diverse specie animali. E compara “il nostro minuscolo abbaino sensoriale” con capacità incredibili quanto ignorate. Un campionario di performance curioso e sorprendente. Con l’invito a “essere antropocentrici (perché non riusciamo a non esserlo sarebbe impossibile) in modo leggermente più intelligente e lungimirante

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A partire dai micetti che impazzano in video e reel, retrocedendo verso la teologa Adriana Zarri che si autodefiniva “gattolica” e poi ancora indietro, fino all’Egitto nel quale assunsero rango di divinità, i gatti sono una specie particolarmente amata, ritratta, venerata. Probabilmente per questo Giulia Bignami li ha eletti eponimi di una raccolta di saggi in cui, in realtà, illustra esempi di diverse specie animali.  

Più precisamente, compara “il nostro minuscolo abbaino sensoriale” con “una realtà vivente che esiste da tre miliardi e mezzo di anni prima”, evidenziando come “noi ominidi puntiamo molto sulla vista – forse troppo, se consideriamo le imperfezioni del nostro occhio e il suo parziale cromatismo – abbiamo un udito decente, un olfatto un po' sotto la norma, non accediamo agli universi dell’infrarosso e dell’ultravioletto”. Siamo esseri molto limitati, quindi, mentre le altre specie sfoderano capacità incredibili quanto ignorate, per esempio “eravamo convinti che l’oceano fosse un regno di silenzio e non ci entra nemmeno nell’anticamera del cervello di percepire il campo magnetico per orientarci e migrare”.  

A prescindere dal tono talvolta un po’ misantropico, il campionario delle performance esposto da “I gatti lo sanno” è effettivamente curioso e sorprendente. E senz’altro condivisibile è l’invito a “essere antropocentrici (perché non riusciamo a non esserlo sarebbe impossibile) in modo leggermente più intelligente e lungimirante”. Si parte dai “quattro raffinatissimi occhi frontali dei ragni saltatori” per arrivare alle “inaspettate abilità di pesci, ghiandaie, cavalli, mantidi, bombi, seppie e molti altri animali”. Ogni capitolo è costruito come un piccolo racconto basato sui risultati scientifici pubblicati negli ultimi anni. 

E i gatti? “I gatti lo sanno”, nel senso che nessun felino è sociale per indole, eppure i felini alla bisogna si organizzano in colonie, si sono auto addomesticati. E cercare di capirli è molto appassionante ma meno semplice di quanto si creda. Il dato di letteratura è confortato, in questo caso, dall’esperienza diretta dell’autrice: “Camilla, per esempio, era specializzata negli agguati notturni, ma ho scoperto che sapeva riconoscere al buio i piedi dei vari membri della famiglia e attaccava con perfidia solo i miei, se nudi con particolare piacere”. Nel 2021 l’Ig Nobel in Biologia è stato assegnato agli studi delle varie modalità di fusa e miagolii usati dai mici casalinghi per mandare messaggi ai loro umani. Oggi esiste ovviamente anche un’applicazione, MeowTalk, per provare a riconoscerli e tradurli. 

Abbiamo poi i gasteropodi, che come tutti si devono riprodurre e che, per avere successo, ricorrono agli espedienti più variegati. Le lumache di mare del genere Aplysia, ermafroditi solitari, possono simultaneamente svolgere il ruolo di maschio e di femmina e “si incontrano durante la stagione riproduttiva (senza autofecondarsi ma dando luogo a dei trenini sessuali)” grazie alla mediazione di potenti ferormoni; ma abbiamo anche le “lumache mangia-pene” dedite all’apofallazione, cioè a  “sgranocchiare via, a una dolorosa velocità da lumaca, il pene incastrato del partner o, in amori particolarmente vendicativo, entrambi i peni”. 

Al di là delle stravaganze del sesso, il saggio indaga questioni meno pop come “il concetto di permanenza di un oggetto (per cui per esempio un libro non cessa di esistere solo perché riposto in un cassetto), che i bambini sviluppano nel corso dei primi due anni di vita e che anche animali non umani, per esempio cani, gazze e orsi, hanno dimostrato di possedere”. E ancora le api, della cui temuta scomparsa tanto si parla, i i cani e la loro lunga storia di domesticazione, che li ha resi “in grado di comprendere e distinguere le emozioni umane (a livello sia facciale sia vocale)” ma anche soggetti a disturbi psichiatrici accompagnati da disturbi del sonno. Tanto per dire che non tutti i pet sono uguali.  

Alcuni esemplari di piccioni, addirittura, “sono stati in grado di discriminare tra la musica di Bach e quella di Stravinskij” e hanno mostrato una particolare predilezione per le opere di Monet. Bene ricordarsene, la prossima volta in cui ci dovessero colpire con una loro deiezione. 

 

Titolo: I gatti lo sanno
Categoria: Saggi
Autore: Giulia Bignami 
Editore: Giunti
Pagine: 270
Prezzo: 16,00

 

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