Editoriale

Ricerca, largo ai giovani

Invitare i ragazzi 'a casa nostra' è sempre un grande piacere e un preciso dovere, prima di tutto per 'svecchiare' la nostra immagine e poi perché dobbiamo e vogliamo avvicinare gli studenti alla scienza come percorso formativo e professione. Certo, è molto facile farlo raccontando le straordinarie avventure di Fridtjof Nansen, un signore norvegese che ha provato a raggiungere il Polo Nord con la nave Fram (senza riuscirci, ma questo non importa: anzi, presto sull'Almanacco parleremo proprio di quanto siano
di Marco Ferrazzoli

In questi giorni abbiamo riempito la Biblioteca centrale 'Guglielmo Marconi' del Cnr di studenti delle scuole superiori, nell'ambito del festival di divulgazione scientifica del Municipio Roma 3. Abbiamo incontrato ragazzi non solo straordinariamente disciplinati, ma attenti e pronti a porre domande ficcanti ai ricercatori, che sono intervenuti per spiegare loro la fisica einsteiniana e le spedizioni artiche. Molto diversi da quella 'gioventù bollita' che certa saggistica e certo giornalismo si affrettano a descrivere in modo a volte stereotipato.

 

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In questi giorni abbiamo riempito la Biblioteca centrale 'Guglielmo Marconi' del Cnr di studenti delle scuole superiori, nell'ambito del festival di divulgazione scientifica del Municipio Roma 3. Abbiamo incontrato ragazzi non solo straordinariamente disciplinati, ma attenti e pronti a porre domande ficcanti ai ricercatori, che sono intervenuti per spiegare loro la fisica einsteiniana e le spedizioni artiche. Molto diversi da quella 'gioventù bollita' che certa saggistica e certo giornalismo si affrettano a descrivere in modo a volte stereotipato.

Invitare i ragazzi 'a casa nostra' è sempre un grande piacere e un preciso dovere, prima di tutto per 'svecchiare' la nostra immagine e poi perché dobbiamo e vogliamo avvicinare gli studenti alla scienza come percorso formativo e professione. Certo, è molto facile farlo raccontando le straordinarie avventure di Fridtjof Nansen, un signore norvegese che ha provato a raggiungere il Polo Nord con la nave Fram (senza riuscirci, ma questo non importa: anzi, presto sull'Almanacco parleremo proprio di quanto siano essenziali gli errori nella ricerca), attraversato la Groenlandia sugli sci, inventato uno strumento per le campionature di acqua marina, svolto ricerche sulle reti neurali e, già che c'era, vinto il premio Nobel per la pace, essendo colui che ha per primo tutelato i diritti dei rifugiati.

Non sempre la ricerca è così gratificante, spesso si riduce a un lavoro più oscuro e, purtroppo, al disbrigo di pratiche burocratiche per cercare di ottenere i finanziamenti necessari. Ma ai giovani, come sempre è stato, bisogna mostrare la faccia più luminosa di questo lavoro, che è anche una scelta di vita: facciamo quindi conoscere loro i grandi esploratori, come Nansen e come Roald Amundsen e Robert Falcon Scott, i rivali che si contesero la conquista del Polo Sud (la spedizione del secondo si concluse tragicamente), uomini capaci di affrontare l'estremo in tempi nei quali navigatori, gps, satelliti, ma anche motoslitte e tessuti tecnici erano di là da venire.

E facciamo loro conoscere le missioni oceanografiche, la vita dei ricercatori-marinai: il prossimo 13 aprile a Civitavecchia, tra l'altro, festeggeremo i vent'anni dell'Urania, una delle navi della 'flotta' Cnr. E parliamo ai ragazzi dell'ambiente, il tema scientifico che forse li appassiona di più in questo momento, in modo corretto e completo, serio ma senza allarmismi: sempre in questi giorni nella nostra sede centrale si stanno incontrando i ricercatori della rete di siti ecologici Lter Italia, che hanno rilevato dati molto interessanti sui cambiamenti climatici. Mentre in questo numero dell'Almanacco trovate importanti informazioni sullo scioglimento dei ghiacci artici e in alta quota.

Se noi delle generazioni precedenti siamo stati incollati davanti ai televisori per seguire gli avanzamenti della ricerca spaziale e i primi passi dell'uomo sulla Luna, insomma, anche oggi non mancano gli argomenti per attirare coloro ai quali sono affidate le sorti future dell'innovazione. Se ne parlerà a Firenze, a metà aprile, in un convegno con alcuni dei principali divulgatori scientifici di tutto il mondo: perché alla ricerca, oltre ai buoni ricercatori, servono anche buoni comunicatori.