Il libro “La malattia da 10 centesimi" (Codice edizioni) di Agnese Collino, supervisore scientifico della Fondazione Umberto Veronesi, analizza le tappe storiche della diffusione e della cura della poliomielite, sin dai primi casi riscontrati all'epoca degli antichi egizi. "Una stele egizia del XV secolo a.C. in cui è raffigurato un sacerdote con una gamba più corta e il piede in posizione equina, e una mummia ancora più antica, databile XXV-XXIV secolo a.C. e ritrovata con la stessa atrofia a una gamba, fanno pensare che la polio risalga a quell'epoca".
Si ricorda poi il pediatra svedese Ivar Wickman che “studiò il diffondersi della malattia tra gli abitanti di Trästena” (oggi Töreboda) “applicando quello che oggi chiamiamo tracing: tracciò ogni contatto che collegasse i malati tra di loro e analizzò i luoghi frequentati e le vie di spostamento per ricomporre la mappa del contagio. I suoi studi dimostrarono che la poliomielite era effettivamente contagiosa".
Nel volume vengono ricordati inoltre l'importanza dell'epidemiologia, della virologia e della batteriologia moderna, i cui pionieri Salk e Sabin furono vittime di invidia e di critiche. Nelle ultime pagine si riportano in ordine cronologico le tappe dal 1835, con la prima descrizione clinica, fino al 2020, quando "la Nigeria ha definitivamente debellato i poliovirus” e l'Africa è stata “finalmente dichiarata polio-free”. In un momento come quello attuale, caratterizzato da una grave pandemia, il libro di Collino aiuta a riscoprire l'importanza della scienza e i grandi vantaggi assicurati alla salute dalle ricerche di biologia.