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Neurotrasmettitori: garanti del benessere

Neurotrasmettitore
di Patrizia Ruscio

Queste sostanze svolgono un ruolo fondamentale, regolando le azioni svolte dal nostro corpo. Con Stefano Farioli Vecchioli, ricercatore dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Cnr, abbiamo cercato di capire meglio le azioni che ci consentono di svolgere e cosa fare per mantenerne un corretto funzionamento

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I neurotrasmettitori sono i fili invisibili che tessono la trama del nostro benessere mentale; comprendere come agiscono e come possiamo sostenerli con scelte quotidiane consapevoli rappresenta un passo fondamentale verso una migliore qualità della vita, a tutte le età.

La nostra mente, infatti, è un complesso intreccio di pensieri, emozioni, ricordi e decisioni, e al cuore di questo straordinario sistema si trovano loro, molecole chimiche fondamentali per la comunicazione tra i neuroni.

“I neurotrasmettitori sono messaggeri chimici che consentono ai neuroni di scambiarsi messaggi e informazioni all’interno di specifiche reti neurali. Ogni azione - come muoversi, pensare, dormire, provare emozioni - dipende dalla comunicazione neuronale regolata dai neurotrasmettitori”, spiega Stefano Farioli Vecchioli, ricercatore dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare (Ibbc) del Cnr.

Non tutti i neurotrasmettitori, però, agiscono allo stesso modo, ma differiscono per struttura chimica e per effetto sulle cellule nervose. “Appartengono a famiglie chimiche differenti, come aminoacidi (Gaba, glutammato), amine biogene (serotonina, dopamina), peptidi (endorfine, ossitocina), esteri (acetilcolina). Possono avere effetti eccitatori, inibitori o regolatori. I primi, come il glutammato e la dopamina, potenziano la comunicazione sinaptica stimolando motivazione, piacere, movimento, attenzione e memoria. Gli inibitori, come il Gaba e le endorfine, rallentano l’attività cerebrale, calmano e controllano il dolore. I regolatori, come serotonina e acetilcolina, modulano l’attività sinaptica a seconda del contesto”, chiarisce il ricercatore.

Queste distinzioni non sono solo accademiche: ogni neurotrasmettitore influenza aspetti specifici della nostra esperienza quotidiana. Dopamina, serotonina e glutammato sono i grandi protagonisti di questa famiglia, ciascuno con un ruolo ben definito nella regolazione del tono dell’umore e del comportamento.

La dopamina poi è al centro dei meccanismi di gratificazione e motivazione: “Viene rilasciata in quei momenti della vita in cui il cervello sperimenta una situazione positiva - mangiare, ridere, ricevere affetto, fare sport -, generando benessere e il desiderio di ripetere il comportamento. Bassi livelli di questa si associano ad apatia e anedonia (incapacità, totale o parziale, di provare soddisfazione, appagamento e piacere per le consuete attività piacevoli, quali il cibo, il sesso e le relazioni interpersonali), mentre eccessi possono portare a impulsi incontrollati e, nei casi più gravi, a psicosi”, aggiunge l’esperto.

La serotonina lavora come un equilibratore dell’umore. Agisce come un termostato umorale in grado di limitare gli impulsi emotivi positivi e negativi del nostro stato d’animo, ristabilendo un’omeostasi. “È il neurotrasmettitore della tranquillità, della serenità emotiva e della pazienza. Regola anche sonno, appetito e apprendimento. La sua carenza è correlata a disturbi dell’umore, ansia e depressione”, continua Farioli Vecchioli.

Il glutammato, invece, è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del cervello. “Stimola la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di formare nuove connessioni sinaptiche. Questo lo rende cruciale per l’apprendimento, la memoria e l’equilibrio emotivo”, prosegue il ricercatore. “Tuttavia, un suo eccesso può essere neurotossico, contribuendo a disturbi dell’umore e, in alcuni casi, a malattie neurodegenerative come Alzheimer e Sla”.

Neurotrasmettitori

Le buone abitudini quotidiane hanno un impatto diretto sulla chimica cerebrale. L’attività fisica è in cima alla lista. Numerosissimi studi hanno dimostrato che una costante, moderata e prolungata attività fisica aerobica è in grado di aumentare considerevolmente i livelli di serotonina e dopamina, come conferma l’esperto: “Fare sport migliora l’umore, riduce stress e ansia e innesca un ciclo virtuoso di gratificazione e motivazione”.

Anche l’alimentazione è determinante. Alcuni alimenti contengono precursori dei neurotrasmettitori: il triptofano, precursore della serotonina, è presente in banane, noci, uova e tacchino; la tirosina, precursore della dopamina, si trova in carne magra, legumi e avocado.

La luce solare poi stimola la produzione di serotonina e regola il ciclo sonno-veglia. Un sonno di almeno 6-7 ore è essenziale per mantenere l’equilibrio tra dopamina, serotonina e altri neurotrasmettitori. “Una cattiva qualità del sonno può ridurre progressivamente i livelli di questi messaggeri, con conseguenze negative su attenzione, motivazione e umore”, precisa il ricercatore.

E non è tutto: anche socialità, natura, cultura e musica hanno un impatto misurabile sul cervello. “Gli anziani soli o con una socialità molto limitata hanno bassi livelli di serotonina e dopamina, il che è correlato a un maggior rischio di declino cognitivo. Anche un’intensa attività culturale - libri, cinema, teatro e soprattutto musica - contribuisce all’aumento della dopamina e favorisce un mood positivo”, sottolinea Farioli Vecchioli.

Alla luce di queste conoscenze, è possibile quindi stilare alcune raccomandazioni utili per sostenere un sano equilibrio neurochimico: attività fisica regolare, preferibilmente aerobica; alimentazione equilibrata, ricca di precursori dei neurotrasmettitori; sonno di qualità di almeno 6-7 ore per notte; esposizione alla luce naturale; meditazione, yoga e respirazione profonda; vita sociale attiva; contatto con la natura; stimoli culturali e musicali. “Le indicazioni principali sono quelle di attuare il più possibile uno stile di vita che segua i dettami riportati: una vita ricca di attività fisica, amici e musica, condita da una sana alimentazione e da tanta natura. Senza dimenticare un benessere interiore supportato da tecniche di rilassamento e da una visione positiva della vita, in grado di stimolare nuove motivazioni e gratificazioni”, conclude l’esperto.

Fonte: Stefano Farioli Vecchioli, Istituto di biochimica e biologia cellulare, stefano.fariolivecchioli@cnr.it

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