Un thriller pavese di laboratorio
La congiura che ha sottratto all’italiano Grassi il Nobel per la Medicina vede protagonisti Ross, il medico britannico che nel 1902 ottiene il premio, e persino il celeberrimo microbiologo tedesco Robert Koch. Il complotto viene raccontato da Paolo Mazzarello in "Malaria" (Neri Pozza)
Sono almeno due le ragioni di interesse del libro di Paolo Mazzarello, "Malaria" (Neri Pozza): la prima è avere illuminato una delle vicende di scopritori italiani i cui meriti sono rimasti sottovalutati o ignorati, la seconda è riportare il lettore nello straordinario clima accademico della Pavia post-unitaria. Il primo aspetto, del riconoscimento pubblico, si lega a vicende come quelle di Vincenzo Tiberio e Antonio Meucci; il secondo a un filone di scienziati che conta personaggi quali Paolo Mantegazza, Cesare Lombroso, Camillo Golgi.
Nell’intersezione tra questi due filoni si colloca la figura di Giovanni Battista Grassi, cui è dedicato il volume di Mazzarello. Nel 1902 il Nobel per la Medicina venne assegnato a Ronald Ross per il suo lavoro sulla malaria ma, obietta l'autore, sulla base dei soli studi del medico britannico nessuna profilassi si sarebbe mai realizzata. Grassi aveva infatti identificato la zanzara del genere Anopheles, responsabile del contagio, descrivendo lo sviluppo del parassita nell’insetto e la sua trasmissione all’uomo; grazie alle sue ricerche, lo studioso italiano fu il primo a organizzare una battaglia scientificamente fondata contro la malattia.
L'italiano venne però escluso da un “complotto”, ordito da Ross assieme al grande microbiologo tedesco Robert Koch e ad alcuni inconsapevoli scienziati italiani che, nelle settimane in cui si decideva l’assegnazione, non appoggiarono o addirittura infamarono Grassi, accusandolo di plagio. Il saggio è quindi, al tempo stesso, la ricostruzione di una grande scoperta e di una vera e propria congiura scientifica, che negò a Grassi il premio Nobel. Intrighi, colpi bassi e spionaggio costituiscono gli elementi di un giallo di laboratorio avvincente, un thriller scientifico basato su documenti inediti.
Ce ne sarebbe già abbastanza per un romanzo avventuroso, al quale si aggiunge però un’appassionata descrizione del turbolento clima universitario pavese. La città lombarda conta su un ateneo tra i più prestigiosi della giovane Nazione italiana e su un Collegio, il non meno celebre Ghisleri, dove gli studenti danno sfogo al loro ardore giovanile, inclusivo di intemperanze che hanno poco da invidiare alle rivolte di diversi decenni dopo. In questo ambiente, Grassi si distingue per alcuni aneddoti, che lo rendono tanto noto ai colleghi quanto inviso agli accademici e che si legano alla vicenda principale, poiché proprio il carattere difficile del protagonista è una delle cause della sua estromissione dal Nobel.
Alla base dell’accanimento dei colleghi vi furono insomma diverse ragioni, tra le quali non ultima fu l’irruenza che causò al medico pavese nemici potenti. Fra colpi bassi, spie di laboratorio e pericolosi esperimenti, il libro descrive, a cento anni dalla scomparsa, una vita singolare e straordinaria, illumina un naturalista tanto geniale da essere premiato nel 1896 con la Darwin Medal della Royal Society di Londra, il massimo riconoscimento dell’epoca negli studi biologici. Il tutto nella cornice dell’Ottocento, in cui la pestilenza malarica dominava su ampie parti del mondo, con oltre metà della popolazione a rischio di contagio, e di un’Italia nella quale la malaria colpiva zone estese.
Paolo Mazzarello è autore di una "Storia avventurosa della medicina", professore ordinario di Storia della Medicina all’Università di Pavia e direttore dei musei scientifici pavesi. Tra i suoi libri, saggi sui citati Lombroso e Golgi, su Alessandro Volta e Lazzaro Spallanzani. In chiusura, a proposito dell’illustre tradizione scientifica pavese, permetteteci di ricordare il compianto collega Cnr Giovanni Maga.
Titolo: Malaria
Categoria: Saggi
Autore: Paolo Mazzarello
Editore: Neri Pozza
Pagine: 304
Prezzo: 20.00