Focus: Calore

Caldo estremo: un'emergenza per la salute

Persona che beve
di Silvia Perrella

Con l’arrivo dell’estate e l’aumento delle temperature molti si trovano a fare i conti con il malessere fisico, ma anche con un cambiamento del proprio stato d’animo, della concentrazione e della qualità della vita. Per comprendere meglio come il caldo può influenzare il lato psicofisico dell’individuo abbiamo parlato con Gloria Rita Bertoli, direttore dell’Istituto di bioimmagini e sistemi biologici complessi del Cnr

Pubblicato il

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che le alte temperature possono alterare significativamente l’umore. Quando il termometro supera i 30 gradi, è frequente osservare un aumento dell’irritabilità, della stanchezza mentale e dell’aggressività. “La rivista scientifica ‘The Lancet’ nel 2019 ha lanciato una serie di documenti dedicati all'impatto del calore sulla salute, che diventa oggetto di studio non solo per gli aspetti legati al clima, ma come problema sanitario globale. Sempre più frequentemente avvertiamo come il caldo estivo si faccia soffocante e assistiamo quotidianamente a eventi di malessere della popolazione”, afferma Gloria Rita Bertoli, direttore dell’Istituto di bioimmagini e sistemi biologici complessi (Ibsbc) del Cnr.

È noto che l'aumento anomalo del caldo provoca disidratazione e calo della pressione sanguigna, ma quali sono le funzioni del nostro corpo che vengono maggiormente alterate dall’eccesso di calore? “Il nostro corpo risponde aumentando la vasodilatazione a livello del cervello, organo che necessita di una ossigenazione continua. Questi eventi possono generare sintomi come mal di testa e nausea, mentre a livello muscolare possono insorgere crampi. Nei casi più gravi, specie in soggetti ipotesi o con problemi cardiaci, la sudorazione eccessiva può causare vertigini e svenimenti.  In pazienti che soffrono di asma l'esposizione al caldo può peggiorare le loro condizioni respiratorie, e il calo della pressione dovuto alla sudorazione può ulteriormente aggravare lo stato di coloro che soffrono di problemi renali”, prosegue l’esperta.

Persona che dorma

Il caldo può esacerbare inoltre condizioni psicologiche preesistenti, come ansia o depressione. Anche pazienti con disturbi neurologici come Alzheimer, sclerosi multipla o altre patologie neurodegenerative possono risentire dell'aumento delle temperature. “La loro sintomatologia può essere aggravata dall'alterata termoregolazione di cui soffrono già questi soggetti e dalla mancanza di sonno. La deprivazione di sonno, causata dall'aumento di temperatura nelle nostre città e nelle nostre abitazioni, può infatti ridurre la qualità e la quantità del sonno profondo e del sonno Rem, ovvero quelle fasi in cui il nostro cervello si riposa efficacemente e si detossifica dalle molecole di scarto prodotte durante la giornata. La perdita di sonno è deleteria per le prestazioni cognitive del nostro cervello: uno studio della Yale School of Public Health del 2023 ha dimostrato un’associazione tra le giornate con più alta temperatura e la diminuzione nelle valutazioni ottenute dagli studenti in test di matematica. Questa riduzione della performance cognitiva è stata attribuita a vari fattori, tra cui la fatica termica, la disidratazione e il disagio causato dalle alte temperature, che possono compromettere la concentrazione e la memoria”, chiarisce Bertoli. “Durante il periodo estivo anche la funzione cerebrale emotiva, il comportamento e la suscettibilità agli stimoli di stress provenienti dall'esterno possono essere influenzati. Molti di questi aspetti sono legati all'aumento di espressione di un ormone, chiamato cortisolo, anche definito l'ormone dello stress. Questa molecola può influenzare il comportamento, rendendo una persona più reattiva agli stimoli esterni e l'aumento dei livelli di cortisolo inducono reazioni emotive più intense e un aumento della percezione di stress, rendendo le persone potenzialmente più irritabili ed aggressive”.

Le indicazioni che i medici suggeriscono come possibili soluzioni da adottare in caso di caldo eccessivo sono evitare di uscire o di praticare attività fisica intensa nelle ore più calde della giornata, idratarsi correttamente e predisporre nelle abitazioni luoghi freschi per il riposo notturno. “Oltre a questi suggerimenti i soggetti più a rischio, come i bambini e gli anziani, devono limitare l'esposizione al sole e cercare aree ombreggiate nei giardini e nei parchi. È inoltre suggerito un abbigliamento adeguato, un’alimentazione a base di frutta e verdura per rintegrare i sali minerali necessari per il buon funzionamento dei neuroni e dei muscoli. In quest’ottica, si deve ripensare anche la struttura delle nostre città, che devono garantire aree ombreggiate per ridurre la temperatura cittadina”, conclude Bertoli.

Fonte: Gloria Rita Bertoli, Istituto di bioimmagini e sistemi biologici complessi, gloriarita.bertoli@cnr.it

Tematiche