Focus: Attrazione

Il potere nascosto delle maree

Luna
di Katia Genovali

Tra tutte le forze che governano il nostro Pianeta, ce n'è una che agisce in silenzio, senza farsi notare troppo. Eppure è capace di spostare oceani interi, modellare le coste e, all'occorrenza, risolvere pasticci planetari che nemmeno i migliori ingegneri riuscirebbero a sbrogliare. È la forza di attrazione gravitazionale, che si manifesta sulla Terra con le maree. Ce ne parla Sandro Carniel dell’Istituto di scienze polari del Cnr

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Ogni giorno, due volte al giorno, il mare si alza e si abbassa seguendo un ritmo antico quanto la Terra. A farlo muovere sono le forze di attrazione gravitazionale, in particolare quelle dei due corpi celesti cui il nostro Pianeta è maggiormente legato - Luna e Sole - che riescono a spostare enormi masse di acqua di mari e di oceani, seguendo il moto di rotazione giornaliero della Terra.

Che le maree fossero collegate in qualche modo alla presenza della Luna era già stato intuito agli inizi del ’600 da Keplero, l'astronomo che per primo comprese e formalizzò in modo matematico i moti dei pianeti attorno al Sole, ben prima che la teoria eliocentrica del Sole al centro del sistema solare fosse accettata universalmente. Fu necessario attendere il ’700, con la Teoria di gravitazione universale di Isaac Newton, per vedere spiegate le cause di questa danza mareale con l’attrazione delle masse d’acqua da parte della Luna. “Secondo la teoria della gravitazione, è la presenza di materia, ovvero di massa, a produrre l’attrazione tra due corpi, fornendo un legame indissolubile tra di essi; un legame che aumenta quanto più essi sono vicini tra loro e quanto più è elevata la quantità di materia che li compone. Ogni corpo dotato di massa produce, in sostanza, una forza che attrae verso di sé gli altri corpi, in modo simile ai poli opposti di due calamite abbastanza vicini tra loro, fornendo un’energia che in certi casi possiamo far lavorare al posto nostro”, spiega Sandro Carniel dell’Istituto di scienze polari (Isp) del Cnr.

Il nostro satellite, la Luna, è il corpo celeste a offrire il contributo più importante sulle maree, con una distanza da noi di appena 30 volte il diametro terrestre. Corpo relativamente piccolo, ma vicino abbastanza da riuscire a influenzare la vita sulla Terra, la Luna attira le masse d'acqua di mari e di oceani verso di sé. “L’attrazione delle acque terrestri dovuta alla Luna crea una specie di rigonfiamento dell'oceano lungo la direzione Terra-Luna. Dalla parte opposta del Pianeta ne compare un altro, dovuto all'inerzia della Terra, che nel frattempo continua a girare, un po' come se il nostro Pianeta fosse alle prese con una perenne altalena acquatica”, prosegue il ricercatore. “Il moto di rotazione giornaliera della Terra, che crea lo spostamento apparente della Luna durante la notte, fa sì che la marea si sposti col passare delle ore, seguendo il nostro satellite costantemente lungo la sua direzione”.

Barca

Non solo la Luna, però. Anche il Sole, più lontano ma estremamente più massiccio, partecipa a modellare le acque del nostro Pianeta con una forza, lungo la direzione Terra-Sole, che si alterna, anch’essa con il moto di rotazione giornaliero del nostro Pianeta, sui vari punti della Terra. “Quando il Sole si allinea dalla stessa parte della Luna, le forze di attrazione dei due corpi celesti sulle acque raggiungono un massimo di intensità e danno vita alle famose ‘maree di sizigia’, talmente intense da guadagnarsi l’appellativo inglese di ‘king tides’, che potremmo tradurre letteralmente come ‘mareone da re’. Dietro tutto questo, che potrebbe sembrare roba da poeti o da lupi di mare con la pipa in bocca, si nasconde in realtà una forza concreta e utilissima”, chiarisce l’esperto.

Le maree regolano la vita di molte specie marine, ridisegnano coste e piane fangose, alimentano paludi e zone umide. E all'occorrenza fanno lavori, per noi impensabili, al nostro posto, come ricorda Carniel: “Forse qualcuno rammenta il caso della Ever Given, la gigantesca portacontainer, lunga più di quattro campi da calcio, che nel marzo del 2021 si mise di traverso nel Canale di Suez, bloccando per giorni il passaggio di merci e, un po', anche il nostro shopping online. Le immagini della nave incagliata nel canale fecero il giro del mondo: rimorchiatori minuscoli come scarabei attorno a quella balena d'acciaio, escavatori all'opera come i lillipuziani di Gulliver, solo che stavolta era la nave a essere legata a terra. Tutto inutile, la Ever Given non si spostava di un metro. Il colpo di scena arrivò grazie alla natura. In quei giorni, una king tide innalzò il livello dell'acqua nel canale di oltre mezzo metro, sufficiente a far galleggiare appena il ventre della nave e permettere agli uomini e alle macchine di disincagliarla”.

Se la Ever Given è tornata a muoversi e il commercio mondiale ha ripreso a scorrere (e noi a ricevere i nostri pacchi), è stato anche merito di quella marea straordinaria. Una storia che ci ricorda quanto noi sapiens siamo ancora appesi a connessioni invisibili, a linee di gravità che collegano la nostra quotidianità ai movimenti della Luna e del Sole. “In un'epoca in cui tutto sembra controllabile da app e satelliti, il respiro della Terra continua a decidere il destino di molte cose. Compreso il nostro shopping. E la prossima volta che vedremo il mare salire o ritirarsi sulla spiaggia, potremo sorridere pensando che là, in alto, Luna e Sole stanno ancora tirando i fili di questo grande spettacolo. E magari, da qualche parte nel mondo, stanno anche aiutando a disincagliare qualcosa o qualcuno”, conclude il ricercatore del Cnr-Isp.

Fonte: Sandro Carniel, Istituto di scienze polari, sandro.carniel@cnr.it

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