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La voce della natura

Biodiversità e salvaguardia specie canore
di M. L.

Fino al 26 ottobre Montecchio Maggiore (Vi) ospita un’esposizione sul valore della biodiversità attraverso la salvaguardia delle specie canore e la tutela dei paesaggi sonori naturali. L’iniziativa mira a sensibilizzare il pubblico e raccogliere dati scientifici utili alla conservazione ambientale

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La mostra interattiva “Soundiversity, la voce della biodiversità”, ospitata presso il Museo di archeologia e scienze naturali G. Zannato di Montecchio Maggiore (Vi) fino al 26 ottobre, racconta l’importanza della biodiversità sonora e l’impatto dell’uomo sulla sopravvivenza delle specie canore. Il progetto, educativo e scientifico, unisce scienza, arte e tecnologia e intende promuovere una consapevolezza ambientale e far riflettere il pubblico su come le azioni di oggi possano influenzare il futuro del Pianeta, focalizzando l’attenzione sulla perdita di biodiversità, nota anche come “sesta estinzione”. L’approccio partecipativo dell’iniziativa intende realizzare una mappa sonora della biodiversità, raccogliendo almeno 1.200 registrazioni di suoni naturali.

L’esposizione è un percorso spazio-temporale nel mondo acustico, dai suoni primordiali della natura fino alle voci degli esseri viventi. Sono previste postazioni interattive per un pubblico di tutte le età, con attenzione all’accessibilità sensoriale e motoria che, insieme a video, immagini, installazioni sonore e contenuti multimediali, consentono di esplorare il mondo della bioacustica, una disciplina che studia i suoni della natura e il loro legame con la qualità ambientale.

Tra le varie proposte, i visitatori possono esplorare come un paesaggio sonoro cambia a causa della perdita di biodiversità, analizzare i canti delle balene e comprendere l’importanza del fenomeno dell’inquinamento acustico. Tra i recenti studi scientifici, uno pubblicato su “Nature” nel 2021 evidenzia come negli ultimi 25 anni si sia registrata una notevole perdita di diversità nei canti degli uccelli, in Europa e in America.

Impoverimento paesaggio canoro nel pianeta

L’iniziativa fa parte del progetto Soundiversity che ha preso spunto dalle riflessioni della biologa statunitense Rachel Carson, che nel 1962 scrisse il libro “Primavera silenziosa”, in cui denunciava l’impatto dei pesticidi sulla fauna selvatica, il loro diretto coinvolgimento nella scomparsa degli uccelli e il conseguente impoverimento del paesaggio sonoro.

La mostra è realizzata in collaborazione con MegaHub–Cooperativa Samarcanda Verona, FabLab Fondazione Aida, Fondazione Arca e Parco Natura Viva, con il sostegno della Fondazione Cariverona e fa parte del progetto Soundiversity. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti, con posti limitati e prenotazione obbligatoria sul sito del museo.

Informazioni: https://www.soundiversity.it/

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