Curiosità: Terra

Stick charts: orientarsi in mare con bastoncini e conchiglie

stick chart
di Alessia Cosseddu

Se anche a voi è capitato di sentirvi “persi” senza poter ricorrere al Gps, pensate ai primi navigatori delle isole Marshall, che si muovevano tra un atollo e l’altro utilizzando delle “mappe di navigazione” fatte di bastoncini di legno, corde e conchiglie. Si tratta delle “stick charts”, strumenti tradizionali impiegati per conoscere la disposizione delle isole nel Pacifico, ascoltando e interpretando le onde. Ne parliamo con Sandro Carniel, oceanografo dell’Istituto di scienze polari del Cnr

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I primi navigatori dell’oceano Pacifico esplorarono isole precedentemente disabitate in Oceania, nella Melanesia orientale, in Micronesia e in Polinesia, almeno 3500-4000 anni fa. Lo facevano spingendo le loro canoe di legno a bilanciere per migliaia di miglia di mare aperto e riuscendo a tornare alle loro terre. Ma come riuscivano a orientarsi senza strumenti moderni? Una delle tecniche più sorprendenti di navigazione antica fu sviluppata dagli abitanti delle isole Marshall, in Micronesia. Per loro, conoscere la posizione in mare era questione di sopravvivenza. Parliamo di atolli che emergono appena sopra il livello del mare, rendendoli invisibili anche a poche miglia di distanza. Tuttavia, i marshallesi trovarono un metodo unico per orientarsi: ascoltare le onde oceaniche servendosi delle stick charts, di cui abbiamo parlato con Sandro Carniel dell’Istituto di scienze polari (Isp) del Cnr.

“Le stick charts sono mappe di navigazione dette anche bastoncini di navigazione di Marshall. Si tratta di strutture composte da sottili stecche di legno curvato legate tra loro, che rappresentano i pattern delle onde. Le conchiglie fissate alle intersezioni indicano la posizione delle isole”, spiega Carniel. “Queste mappe non servivano come guida da consultare durante il viaggio, ma erano strumenti di apprendimento e memorizzazione. Prima di partire, il navigatore studiava la mappa e poi, in mare, si affidava alle sensazioni corporee per riconoscere la rotta”.
È quindi lo stesso navigatore a trasformarsi in un sensore, seguendo precisi comportamenti. “Durante la navigazione, il marinaio si sdraiava sulla canoa a bilanciere e percepiva con il corpo le variazioni del moto ondoso. Analizzava il tempo tra un’onda e l’altra, la loro altezza e il modo in cui venivano deviate dalle isole. Muovendo mentalmente le dita sui bastoncini che aveva memorizzato, ricostruiva la mappa dell’arcipelago e tracciava la rotta verso casa o per raggiungere un’altra isola”, chiarisce il ricercatore del Cnr-Isp.

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Sono quindi le onde ad aiutare il marinaio nell’orientamento. Ma vediamo quali e in che modo “Stiamo parlando delle onde di swell, lunghe onde oceaniche generate da venti lontani, principalmente da nord-est, lungo la costa americana fino all’Australia. Quando queste onde incontrano un atollo, subiscono riflessioni e rifrazioni”, precisa L’esperto. “I navigatori marshallesi, vivendo in simbiosi con il mare, impararono a riconoscere le variazioni nell’altezza e nella frequenza delle onde, distinguendo l’effetto che ogni specifica isola aveva sul moto ondoso. Ogni atollo, infatti, riflette le onde in modo diverso, creando una sorta di firma unica che i navigatori sapevano ascoltare e interpretare”.

Grazie al loro sapere, frutto di secoli di osservazione questi marinai avevano messo a punto una sorta di Gps artigianale; “In realtà è meglio di un Gps: senza strumenti tecnologici, ma con un’intelligenza che oggi definiremmo ambientale. Gli scienziati moderni hanno studiato le stick charts e verificato che rappresentano accuratamente la fisica delle onde della regione. Questo ci insegna che possiamo orientarci nel mondo non solo con strumenti digitali, ma anche con un’attenzione profonda ai segnali della natura e comprendere il nostro ambiente semplicemente ascoltandolo”, conclude Carniel.

Oggi, le stick charts sono conservate nei musei come testimonianza di un sapere tradizionale straordinario, capace di anticipare le moderne conoscenze sulle dinamiche oceaniche.

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