Focus: Divulgazione scientifica

La divulgazione scientifica in un manuale

Logo del progetto Il linguaggio della ricerca
di Rita Bugliosi

Lo ha scritto Francesco Piazzi, collaboratore del progetto ‘Il linguaggio della ricerca', promosso dall'Area della ricerca del Cnr di Bologna e dall'Inaf. Un testo che illustra sinteticamente e con chiarezza i segreti del buon comunicatore

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Il volume ‘Mini-grammatica della divulgazione scientifica'  di Francesco Piazzi prende spunto dal progetto ‘Il linguaggio della ricerca', promosso dall'Area della ricerca del Cnr di Bologna e dall'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) con l'obiettivo di stimolare l'interesse verso il mondo scientifico negli studenti delle scuole medie superiori, chiedendo loro un coinvolgimento diretto attraverso la realizzazione di prodotti di divulgazione (video, racconti, depliant, fumetti).

L'opera, come spiega l'autore, propone: "un discorso sulla lingua della scienza, sulle sue caratteristiche, sulla traducibilità di questa lingua per un pubblico di non addetti ai lavori", utilizzando come esempi  concreti i lavori dei giovani coinvolti nel progetto. Il materiale è proposto, in forma più completa e articolata, anche in un dvd allegato al libro.

Ogni capitolo affronta in maniera chiara e sintetica specifici ambiti della divulgazione, fornendo suggerimenti semplici  per rendere questa attività efficace. L‘articolo giornalistico deve usare un linguaggio "semplice, chiaro  e lineare"; nella trattazione deve "mantenere un certo distacco"; deve proporre "fatti veritieri, citandone se necessario le fonti, che devono essere sempre precedentemente verificate". Per raggiungere il pubblico si può ricorrere anche a testi narrativi, non a caso, scrive Piazzi: "Il Nobel per la medicina James Watson nel best seller pubblicato nel 1969, ‘La doppia elica' (Garzanti 2004), racconta con trama quasi poliziesca la corsa alla determinazione della struttura del Dna".

Il volume Mini-grammatica della divulgazione scientifica

Imperativo per il divulgatore è "non annoiare". Per farlo si può ricorrere a mezzi quali la metafora e l'analogia, non dimenticando però "il carattere di provvisorietà della comprensione per via metaforica, in un percorso di progressivo approfondimento conoscitivo. Si tratta di avvicinarsi a una data questione per cerchi concentrici...".

Non meno importante nella divulgazione scientifica è "la capacità di condensare, di riassumere in poche righe o immagini un concetto o una questione". In contrasto solo apparente con la brevità è la ripetizione: "Il ripetere lo stesso concetto  - si precisa - allunga il discorso, ma il riascoltare una spiegazione più volte - ovviamente, fatta con parole ed esempi sempre diversi - abbrevia ed agevola la comprensione".

Vanno evitate formule e dati espressi in forma quantitativo-numerica, lasciando il posto al linguaggio verbale, più articolato e  adattabile alle esigenze della comunicazione.

Piazzi sostiene infine che "la divulgazione, per  incontrare l'interesse della gente, deve dare risposte a problemi cruciali e pressanti della vita di tutti" e deve "adeguare la nostra cultura all'epoca in cui viviamo, consentendoci di essere uomini del nostro tempo, di assumere, nelle decisioni su questioni vitali, un ruolo da protagonisti che ci è precluso dall'analfabetismo scientifico".

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