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Il peso non conforme del linguaggio

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di Beatrice Martini

La marginalizzazione che le persone grasse subiscono chiama in causa la lingua e le sue varie declinazioni. Riappropriarsi di tale termine è l'elemento fondamentale del movimento per la Fat Acceptance. La problematica è stata affrontata nella sua tesi di laurea da Beatrice Martini, sfruttando anche il know how del tirocinio svolto presso l'Ufficio stampa del Cnr

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Negli ultimi anni si è sviluppata , anche in spazi non riservati agli addetti ai lavori, un'attenzione sempre maggiore per i linguaggi, che ha portato alla luce pratiche di discriminazione in precedenza trascurate. Tra queste, tuttora sottovalutata, è quella riguardante il peso non conforme. Nello studio condotto per la mia tesi di laurea dal titolo “Fat is not a bad word: Grasso e fat shaming nella lingua e nell'informazione”, ho indagato l'origine, le motivazioni e le declinazioni dello stigma verso il grasso, a livello di significato e significante.

La marginalizzazione e il disprezzo subiti dalle persone grasse si riflettono sulla lingua in diverse modalità, la più evidente delle quali è la tabuizzazione e lo status di insulto dell'aggettivo grasso, la cui riappropriazione come descrittore neutro costituisce un'istanza centrale del movimento per la Fat Acceptance. Nell'ambito dello stage che ho svolto presso l'Ufficio stampa del Cnr nel periodo maggio-giugno 2021, ho avuto l'opportunità di accedere alla piattaforma  “Eco della stampa” che monitora i media italiani, e ho potuto effettuare una ricerca nella banca dati del sito. Questo mi ha consentito di esaminare testi in cui è utilizzato il lemma grasso e determinare gli ambiti e i contesti a esso più frequentemente associati. Una delle evidenze riguarda la maggiore pressione avvertita dalle donne per il rispetto di canoni riguardanti peso e distribuzione del grasso, che vanno a comporre, assieme ad altre caratteristiche, lo standard di bellezza contemporaneo. Questa condizione è dovuta alla disastrosa combinazione di due fattori: la grassofobia sociale e il bisogno, indotto, di compiacere lo sguardo maschile.

Come sottolineato nell'articolo dello scorso ottobre “Le parole 'pesano' molto con chi ha problemi di peso” di Daniela Natali (Corriere Salute), il personale medico tende a concentrarsi sul peso, talvolta trascurando problematiche di altro tipo, o a pronunciare frasi denigratorie e terrorizzanti, producendo effetti negativi come il rafforzarsi dell'immagine negativa che le persone grasse hanno di loro stesse, o l'innesco di un processo di dissociazione rispetto al corpo. La lingua e altri linguaggi hanno un ruolo determinante nell'attuare e combattere la discriminazione. La Fat Acceptance denuncia le numerose espressioni che ledono la dignità della persona grassa, e intende educare i membri della società al rispetto verso le persone e i corpi che queste abitano.

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